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Visto di conformità nelle dichiarazioni fiscali: cos’è, chi può rilasciarlo e le novità del 2024

Visto di conformità

Il visto di conformità nelle dichiarazioni fiscali è stato introdotto con il D.Lgs. n. 241 del 1997. Si tratta di un controllo formale sui dati delle dichiarazioni, richiesto in particolare quando il contribuente utilizza compensazioni fiscali superiori a determinati limiti. Questo strumento permette al Fisco di prevenire frodi fiscali.

Cos’è il visto di conformità e chi può rilasciarlo

Il visto di conformità è un’attestazione che un professionista rilascia dopo aver eseguito controlli sulle dichiarazioni fiscali, confermandone la regolarità formale. Attesta che i dati presenti nella dichiarazione sono conformi ai documenti. Possono rilasciarlo soggetti iscritti negli albi dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, negli albi dei consulenti del lavoro, i responsabili di assistenza fiscale presso i CAF e coloro che, iscritti entro il 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti delle camere di commercio, possiedono un diploma di laurea in giurisprudenza o economia e commercio o un diploma di ragioneria.

Questi soggetti devono essere iscritti nell’Elenco centralizzato informatizzato dell’Agenzia delle Entrate e stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile per garantire ai clienti il risarcimento di eventuali danni.

Quando è necessario il visto di conformità?

Il visto di conformità è obbligatorio per:

  • La presentazione del modello 730 tramite CAF o professionista.
  • La compensazione orizzontale dei crediti IVA.
  • La compensazione dei crediti relativi alle imposte sui redditi, addizionali, ritenute alla fonte, imposte sostitutive, e Irap.
  • L’esecuzione del rimborso di un credito IVA.
  • Gli interventi del Superbonus 110%, sia per sconto in fattura e cessione del credito, sia per detrazioni sulla dichiarazione dei redditi.

Novità del 2024 per le compensazioni fiscali

Dal 2024, le regole per le compensazioni fiscali prevedono il visto di conformità per crediti fiscali superiori a 5.000 euro, con un massimale per le compensazioni nel quadro RU di 250.000 euro e un massimale annuale di 2 milioni di euro. La compensazione è preclusa in presenza di somme iscritte a ruolo.

Il quadro RU deve essere compilato da chi usufruisce dei crediti d’imposta derivanti da agevolazioni concesse alle imprese. La legge di bilancio 2024 introduce ulteriori restrizioni, vietando compensazioni per soggetti con iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o con accertamenti esecutivi affidati ad agenti di riscossione superiori a 100.000 euro senza provvedimenti di sospensione.

Per evitare frodi, le compensazioni devono essere effettuate solo con il modello F24 trasmesso telematicamente, con il divieto di compensazione per partite Iva cessate. L’Agenzia delle Entrate può sospendere fino a trenta giorni l’esecuzione delle deleghe di pagamento per controllare l’utilizzo del credito. Se il credito risulta corretto o trascorsi trenta giorni, la delega è eseguita e le compensazioni e i versamenti sono considerati effettuati alla data di presentazione della delega. In caso di anomalie, l’Agenzia comunica telematicamente al contribuente, che può fornire chiarimenti entro 30 giorni.

Il visto di conformità nel decreto Adempimenti

Il decreto Adempimenti ha introdotto nuovi limiti per l’esonero dal visto di conformità per soggetti con un punteggio ISA elevato. Le soglie passano da 50.000 a 70.000 euro per l’utilizzo in compensazione del credito Iva e da 20.000 a 50.000 euro per l’utilizzo in compensazione dei crediti delle imposte dirette e Irap.

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