L’iniziativa ha ricevuto il sostegno di diversi rappresentanti politici, tra cui i parlamentari Mirco Carloni (Lega) e Guido Castelli (Fratelli d’Italia), che hanno lavorato per portare l’investimento nella regione. Secondo Carloni, questa opportunità permetterà agli studenti marchigiani di studiare Medicina senza dover lasciare la regione, contrastando la fuga di talenti.
A supporto, Carloni ha fornito alcuni dati: nell’anno accademico 2023-2024, gli studenti marchigiani iscritti ai corsi di Medicina e Chirurgia erano 1.137, mentre 1.399 studenti della regione hanno scelto di studiare fuori. Una tendenza preoccupante, considerando che il 60% di chi studia fuori non torna più nelle Marche.
Castelli ha evidenziato i benefici occupazionali della Link Campus University, che prevede l’assunzione immediata di 18 docenti, tra cui 10 professori associati e 8 ricercatori, oltre a personale tecnico e amministrativo. Inoltre, la collaborazione con il Servizio Sanitario Regionale consentirà di alleggerire i costi assistenziali e migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie.
Non sono mancate le polemiche da parte dell’opposizione. La capogruppo del PD Marche, Anna Casini, ha chiesto alla Regione di aprire un tavolo di confronto con le università pubbliche, i sindacati e le parti sociali per potenziare il sistema accademico pubblico invece di penalizzarlo.
Il consigliere regionale Romano Carancini ha espresso preoccupazione per il fatto che il parere favorevole sia stato dato senza il supporto degli atenei pubblici. Anche la deputata Irene Manzi ha criticato la decisione, lamentando la mancanza di una comunicazione ufficiale da parte della Regione e il fatto che la notizia sia stata diffusa tramite un post sui social da parte di Carloni.
L’arrivo della Link Campus University nelle Marche rappresenta un cambiamento significativo nell’offerta accademica della Regione, con l’obiettivo di contrastare la carenza di medici e trattenere gli studenti marchigiani. Tuttavia, il dibattito politico resta acceso tra chi vede in questa iniziativa un’opportunità di crescita e chi teme un indebolimento del sistema universitario pubblico.