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Valutazione degli insegnanti: lo chiedono gli studenti a Valditara, la risposta del ministro

Il ministro Valditara, interrogato da alcuni studenti liceali, parla di valutazione degli insegnanti e spiega perché attualmente non avviene questo processo.

Giuseppe Valditara - Ministro dellIstruzione e del Merito

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha incontrato gli studenti del Liceo “G. Galilei” e dell’IIS “Savoia Benincasa” di Ancona, rispondendo a domande definite “poeticamente scorrette”. Tra i temi trattati, l’eventuale valutazione degli insegnanti, la reintroduzione del latino nelle scuole medie e la valutazione dei dirigenti scolastici.

Il parere di Valditara sulla valutazione degli insegnanti

Una studentessa ha chiesto al ministro: “Perché gli insegnanti non sono valutati, se noi studenti lo siamo?”. Valditara ha risposto spiegando che non condivide l’idea di premiare solo una minoranza di docenti, come previsto dalla riforma del precedente governo. Ha invece sottolineato l’importanza della figura del docente tutor e orientatore, che sarà sempre più qualificata e responsabile nel personalizzare la didattica. Secondo il ministro, questo approccio risulta più efficace rispetto alla valutazione diretta dei docenti da parte degli studenti.

Il ministro Valditara parla della valutazione dei dirigenti scolastici

Il ministro ha poi parlato della valutazione dei presidi, introdotta dopo venticinque anni dall’istituzione della figura del dirigente scolastico. Ha spiegato che una parte dello stipendio sarà legata ai risultati raggiunti, avvicinando così i dirigenti scolastici ai manager aziendali.

Dal 2024, i presidi saranno classificati in base a una scala di quattro livelli:

  • 80-100 punti: ottimo;
  • 55-79 punti: buono;
  • 31-54 punti: sufficiente;
  • ≤ 30 punti: mancato raggiungimento degli obiettivi.

Questo punteggio influenzerà la retribuzione di risultato, attualmente pari al 7-8% dello stipendio complessivo, e sarà stabilito in sede di contrattazione integrativa.

Altre tematiche: il ritorno del latino alle scuole medie

Durante l’incontro, il ministro ha affrontato anche il tema della reintroduzione del latino nella scuola secondaria di primo grado. Ha motivato questa scelta spiegando che il latino aiuta a comprendere meglio l’italiano e ha citato il filosofo Leibniz, secondo cui “nulla è più logico del dibattito dei giuristi romani”. Valditara ha inoltre menzionato Antonio Gramsci, che considerava lo studio del latino un esercizio utile per la formazione del pensiero critico.

La reintroduzione del latino nelle scuole medie è prevista per l’anno scolastico 2026/2027, poiché sarà necessario tempo per l’aggiornamento dei libri di testo. Secondo il ministro, questa decisione avrà un ampio consenso, in quanto conoscere il latino migliora la capacità espressiva e recupera la serietà nell’apprendimento.

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