Più nello specifico, una simile procedura complicherebbe la comunicazione tra la scuola, gli studenti e le famiglie, procurando spesso allo studente – a detta di Giannelli – un senso di incertezza e di insicurezza sulla ‘prestazione didattica’ effettuata.
“In realtà, – spiega il Presidente ANP – per attuare seriamente e concretamente una valutazione formativa occorrono una vera didattica per competenze e un effettivo coinvolgimento dello studente”.
Dello stesso parere anche la presidente Andis, Paola Bortoletto, la quale a tal proposito dichiara che i formatori nell’atto della valutazione, avendo a disposizione 10 valori di una scala valutativa riconducibile e dei criteri qualitativi, questi sarebbero più che sufficienti. In ogni caso – secondo la presidente Andis – deve guardare ad un sistema valutativo che formi e che non punisca lo studente.
“Sono favorevolissimo ai mezzi voti”, lo dichiara Guglielmo La Cognata, un docente di Storia e Filosofia che insegna al liceo classico Spedalieri di Catania. Lo stesso insegnante catanese spiega perché sarebbe giusto valutare gli studenti con i mezzi voti: “Consentono una fotografia della realtà più accurata, capace di cogliere maggiormente le sfumature e di esprimere meglio i progressi dello studente. Abolire i mezzi voti sarebbe come disegnare un bel paesaggio con un solo colore nella tavolozza”.