Per molte famiglie che non possono permettersi i centri estivi, l’unica alternativa diventa lasciare i figli a casa, spesso con un uso eccessivo di videogiochi e dispositivi digitali. Questo fenomeno preoccupa gli esperti, che sottolineano come la mancanza di stimoli adeguati possa incidere negativamente sullo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini.
Novara si rivolge direttamente alle istituzioni, chiedendo un intervento concreto per sostenere le famiglie. La sua proposta è quella di garantire la gratuità dei centri estivi o, almeno, di ridurne i costi attraverso tariffe agevolate. Secondo il pedagogista, un investimento in questa direzione sarebbe un atto di intelligenza politica e sociale, oltre che un segnale di solidarietà intergenerazionale.
Dati raccolti da Openpolis evidenziano che nel 2021 un terzo delle famiglie italiane con figli non ha potuto permettersi una vacanza, percentuale che supera la metà per le famiglie con almeno tre figli. Una pausa scolastica così lunga rischia di amplificare le disuguaglianze sociali e formative, creando un divario tra chi può permettersi esperienze educative estive e chi ne è escluso.
Mentre in Italia le vacanze estive durano fino a 14 settimane, altri paesi europei come Francia e Germania adottano un sistema differente, con pause estive più brevi (tra un mese e mezzo e due mesi) compensate da interruzioni più frequenti durante l’anno scolastico. Nonostante ciò, il numero totale di giorni di scuola nei paesi europei è spesso inferiore a quello italiano.