Non tutti, tuttavia, sembrano essere d’accordo con l’approccio adottato dal decreto. Matteo Monari, fondatore di AteneiOnline, esprime un punto di vista più critico. In un articolo su Il Sole 24 Ore, Monari ha sottolineato che, pur comprendendo la necessità di regolamentare meglio il settore, le modifiche proposte potrebbero non sostenere pienamente il mondo dell’istruzione universitaria telematica. Monari suggerisce che la normativa dovrebbe concentrarsi su aspetti come la qualità dei contenuti dei corsi, la valutazione degli studenti e l’accessibilità delle piattaforme.
Monari sostiene che è fondamentale riconoscere le differenze tra le università telematiche e quelle tradizionali, soprattutto in termini di approccio didattico. La possibilità di accedere alle lezioni in modalità asincrona è uno dei maggiori vantaggi dell’e-Learning, permettendo a studenti lavoratori o con impegni familiari di gestire il proprio tempo. Secondo Monari, cercare di equiparare queste due realtà diverse potrebbe non essere produttivo, poiché le università telematiche offrono un approccio flessibile che si adatta alle esigenze individuali degli studenti.
Un altro aspetto critico evidenziato da Monari è l’utilizzo della tecnologia per migliorare l’interazione tra studenti e docenti. Nelle università telematiche, gli studenti possono contattare tutor e professori tramite videochiamate, chat e altre modalità digitali, il che rende l’interazione più immediata rispetto agli atenei tradizionali. Questo, secondo Monari, è un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per migliorare l’esperienza educativa.
Monari conclude il suo intervento evidenziando che la qualità dell’insegnamento non può essere misurata solo in base al rapporto numerico tra docenti e studenti. Al contrario, le università telematiche offrono flessibilità e accessibilità che rispondono alle reali necessità degli studenti, un aspetto che dovrebbe essere valorizzato nella nuova normativa.
In sintesi, mentre il decreto Bernini cerca di stabilire standard di qualità per la formazione a distanza, il dibattito sulle modalità di attuazione resta acceso. Da un lato, c’è chi sostiene la necessità di una maggiore regolamentazione per equiparare le opportunità, dall’altro, chi difende le peculiarità delle università telematiche come un valore aggiunto da preservare.