Per attivare un tirocinio di inclusione sociale non viene richiesto di presentare l’ADI-Com esteso, a differenza di quanto accade per i tirocini formativi e di orientamento attivati dai servizi per il lavoro. Tuttavia, è essenziale sottolineare che l’indennità correlata ai tirocini di inclusione sociale non incide sul reddito complessivo per la determinazione del diritto all’Assegno di Inclusione.
Secondo l’art. 2, comma 2, lettera b), punto 2 del decreto legge 48/2023, convertito nella legge 85/2023, per determinare la condizione economica del nucleo familiare, il reddito familiare viene calcolato escludendo i trattamenti assistenziali inclusi nell’ISEE. Pertanto, i tirocini di inclusione sociale, non essendo considerati trattamenti assistenziali sottoposti alla prova dei mezzi, non contribuiscono a superare la soglia di reddito per l’assegno.
Le aziende ospitanti devono prestare particolare attenzione alla corretta comunicazione della natura del tirocinio nelle Comunicazioni Obbligatorie (CO). Per identificare i partecipanti ai tirocini di inclusione sociale, occorre utilizzare la categoria “09 – Persona presa in carico dai servizi sociali e/o sanitari”. Un’errata comunicazione potrebbe comportare la sospensione del beneficio.
Oltre ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione, anche individui o nuclei familiari con attestazione ISEE inferiore a 9.360 euro possono accedere ai tirocini di inclusione sociale, purché sia presente una presa in carico sociale. Questo supporto viene attivato dai servizi sociali per rispondere a bisogni complessi, identificando percorsi personalizzati di accompagnamento verso l’autonomia.
Le risorse della Quota Servizi del Fondo Povertà, assegnate per gli anni 2018-2023 e ancora non utilizzate, possono essere destinate a sostenere i beneficiari dell’Assegno di Inclusione e altri individui in difficoltà economica. Questi fondi potranno essere utilizzati anche per finanziare i tirocini di inclusione sociale.
I tirocini di inclusione sociale rappresentano una preziosa opportunità per favorire l’integrazione e il miglioramento delle condizioni di vita di chi si trova in difficoltà economica e sociale. Attraverso il supporto dei servizi sociali e una corretta comunicazione tra enti e aziende ospitanti, questi percorsi possono offrire un vero e proprio trampolino verso l’autonomia.