Un aspetto chiave della riforma è il tentativo di allineare il numero di posti disponibili tra il primo anno e le successive specializzazioni mediche, superando così il cosiddetto “imbuto formativo”.
La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha dichiarato di voler accelerare il processo, affinché la riforma entri in vigore già nel prossimo anno accademico. I decreti attuativi dovranno ottenere l’approvazione del Consiglio dei Ministri e delle commissioni parlamentari prima del varo definitivo.
Tra le novità più rilevanti:
Nonostante l’avanzamento della riforma, restano alcuni aspetti da definire. Le nuove regole non si applicheranno agli atenei privati e ai corsi di Medicina in lingua inglese, che manterranno i loro test d’ingresso.
Resta da chiarire quali saranno le materie da superare nel primo semestre, con Biologia, Chimica e Fisica tra le più probabili. Inoltre, si discute ancora sulle modalità di valutazione: se attraverso esami scritti e orali o tramite un nuovo quiz selettivo. Quest’ultima ipotesi appare sempre meno probabile, per evitare di riproporre il modello di selezione abolito.
L’obiettivo finale è creare un sistema più equo e trasparente, garantendo a tutti gli studenti una possibilità concreta di accedere a Medicina senza il tradizionale filtro iniziale. L’approvazione definitiva della riforma segnerà una svolta storica per la formazione medica in Italia.