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TAR Emilia Romagna: obbligo del comune di garantire l’assistenza per alunni non udenti

Il TAR Emilia Romagna conferma l'obbligo per i Comuni di garantire assistenza adeguata agli alunni non udenti, tutelando il diritto all'integrazione scolastica.

Sentenza del Giudice

La recente sentenza del TAR Emilia Romagna (sentenza 925/2024) ha ribadito un principio fondamentale per il diritto all’istruzione degli alunni con disabilità uditiva. I Comuni, infatti, sono obbligati a garantire un’assistenza adeguata a tutti gli alunni non udenti, come previsto dal Piano Educativo Individualizzato (PEI). La decisione del tribunale ha avuto origine da un ricorso presentato da due genitori, i quali contestavano la limitazione del supporto previsto per i loro figli, stabilito dal Comune di San Clemente.

Il TAR afferma che il diritto all’Istruzione non può essere compromesso

Il caso ha avuto inizio quando il Comune di San Clemente ha previsto un’assistenza in Lingua dei Segni Italiana (LIS) solo per 15 ore settimanali, nonostante il PEI indicasse un bisogno di 27 ore. Il Comune ha motivato tale riduzione con le difficoltà economiche e la scarsità di risorse. Tuttavia, il TAR ha respinto questa giustificazione, sottolineando che il diritto all’istruzione è inviolabile e che non può essere limitato da problemi di bilancio. In particolare, il Tribunale ha ribadito che la presenza dell’assistente alla comunicazione LIS è essenziale per il diritto all’integrazione scolastica degli alunni non udenti. La traduzione in LIS, infatti, è l’unico strumento che consente a questi studenti di partecipare attivamente alla vita scolastica, superando le barriere comunicative.

Integrazione scolastica: un diritto da proteggere

Il TAR Emilia Romagna ha, ancora una volta, rafforzato il principio che l’assistenza per gli alunni con disabilità non può essere condizionata dalla disponibilità economica del Comune. L’obiettivo primario è garantire una scuola inclusiva, che risponda alle esigenze individuali di ogni alunno. Per i bambini non udenti, l’assistenza LIS è cruciale, non solo per la comunicazione, ma anche per l’accesso al sapere e all’interazione con i compagni di classe. La decisione ha ribadito l’importanza di una scuola che non discrimini nessuno, riconoscendo la necessità di strumenti adeguati per garantire un’esperienza formativa pienamente inclusiva.

Un nuovo passo per l’integrazione e la tutela dei diritti

Il TAR Emilia Romagna ha dunque rafforzato la posizione già espressa in precedenti sentenze, confermando che le amministrazioni locali non possono eludere le proprie responsabilità riguardo all’inclusione degli studenti con disabilità. La sentenza stabilisce un precedente importante, ribadendo che la scarsità delle risorse economiche non può giustificare il mancato rispetto delle garanzie minime per il diritto all’istruzione. Per gli alunni non udenti, questo rappresenta un passo avanti fondamentale nella lotta per una scuola che non solo accoglie, ma supporta concretamente ogni studente nelle sue specifiche necessità.

Il TAR sottolinea che la scuola è un diritto universale

La sentenza del TAR Emilia Romagna riafferma che la scuola è un diritto per tutti, senza eccezioni. Il caso di San Clemente dimostra chiaramente che il diritto all’assistenza non può essere limitato da difficoltà economiche o logistiche, ma deve essere garantito come parte integrante del percorso educativo di ogni studente. Una scuola inclusiva non è solo una possibilità, ma un obbligo per ogni amministrazione pubblica, che deve assicurare pari opportunità a tutti i bambini e ragazzi.

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