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Tagli all’assistenza scolastica per i bambini con disabilità: le ripercussioni sulle famiglie e i diritti da tutelare

A Catania il taglio del 15% alle ore di assistenza scolastica per bambini disabili mette a rischio l'inclusione. Le famiglie chiedono ricorsi e tutele.

Diritti fondamentali degli alunni con disabilità

Una recente decisione della giunta comunale di Catania sta sollevando forti preoccupazioni tra le famiglie dei bambini e ragazzi diversamente abili. A seguito di una delibera approvata lo scorso settembre, precisamente la numero 193, è stato deciso un taglio del 15% nelle ore di assistenza scolastica per gli studenti con disabilità che usufruiscono del servizio Asacom (Assistenza all’Autonomia e alla Comunicazione). Questa decisione colpisce i più fragili tra gli studenti delle scuole pubbliche, dall’infanzia fino alle scuole secondarie di primo grado, per l’anno scolastico 2024/2025. Una riduzione che rischia di compromettere la qualità dell’inclusione scolastica e sociale di questi bambini, con gravi ripercussioni per le famiglie già alle prese con difficoltà quotidiane.

La delibera che ha ridotto l’assistenza scolastica

La delibera numero 193 della giunta comunale di Catania, adottata nel settembre 2024, ha stabilito una riduzione del 15% delle ore di assistenza per gli studenti diversamente abili che frequentano le scuole pubbliche cittadine. Il servizio Asacom, che fornisce un supporto fondamentale per gli studenti con disabilità, ha come obiettivo quello di favorire l’autonomia e l’integrazione sociale degli studenti attraverso l’assistenza nelle attività quotidiane, nella comunicazione e nell’interazione con i compagni. Il taglio deciso dalla giunta riguarderà tutte le scuole dell’infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie di primo grado, e avrà effetto nell’anno scolastico in corso.

Le ragioni del taglio e le critiche sollevate

Il sindaco di Catania, Salvo Trantino, ha giustificato la riduzione del servizio con la necessità di contenere i costi per il bilancio comunale, soprattutto in un momento di difficoltà economica e di razionalizzazione delle risorse. Tuttavia, le famiglie degli studenti con disabilità e le associazioni che si occupano dei diritti delle persone con disabilità hanno immediatamente contestato la decisione, denunciando che la scelta sia stata presa senza un’adeguata valutazione delle reali necessità degli studenti.

Le famiglie, infatti, sottolineano come il supporto Asacom sia un servizio irrinunciabile per i bambini e ragazzi con disabilità, che altrimenti rischiano di rimanere esclusi da molte attività scolastiche e sociali. La riduzione delle ore significa meno tempo dedicato al supporto individuale, con un impatto negativo sulle capacità di apprendimento e di socializzazione degli studenti. Inoltre, la decisione appare ancora più preoccupante se si considera che la maggior parte dei beneficiari di questi servizi è già in una situazione di vulnerabilità, sia dal punto di vista educativo che sociale.

Le ripercussioni per le famiglie

Il taglio dell’assistenza scolastica comporta per le famiglie un carico aggiuntivo di preoccupazioni e difficoltà. In molti casi, i genitori si trovano costretti a riorganizzare completamente le proprie giornate per assistere i propri figli durante le ore in cui non è previsto l’intervento dell’assistente, oppure a cercare supporto privato, con un evidente aumento dei costi. Questo, in una città come Catania, dove la crisi economica e la disoccupazione sono fenomeni già ampiamente radicati, significa un ulteriore aggravio per le famiglie che si trovano a dover fronteggiare non solo la gestione della disabilità, ma anche la difficoltà di accesso ai servizi di sostegno.

Inoltre, molti genitori temono che la riduzione del servizio possa tradursi in una maggiore difficoltà per i propri figli nell’accedere a una didattica inclusiva e personalizzata. I bambini con disabilità, infatti, necessitano di un supporto costante e specifico che li aiuti a superare le difficoltà nel seguire il programma scolastico e a partecipare attivamente alle attività della classe. Senza un’adeguata assistenza, la loro integrazione scolastica e sociale diventa un obiettivo sempre più difficile da raggiungere.

Le modalità di ricorso: come tutelare i diritti degli studenti

Di fronte a questa situazione, le famiglie hanno la possibilità di ricorrere contro la delibera comunale. Secondo la legge italiana, infatti, gli studenti con disabilità hanno diritto a ricevere un adeguato supporto scolastico, che comprende anche l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione, al fine di garantire loro pari opportunità di accesso all’istruzione. Qualsiasi riduzione di questo servizio deve essere giustificata da esigenze oggettive e non può compromettere i diritti degli alunni.

Le famiglie possono presentare un ricorso formale al Comune, chiedendo una revisione della delibera e una motivazione più dettagliata delle ragioni che hanno portato alla riduzione del servizio. In caso di mancata risposta o di una risposta insoddisfacente, è possibile fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per chiedere l’annullamento della delibera. Le associazioni per i diritti delle persone con disabilità possono fornire supporto legale alle famiglie, guidandole nel processo di ricorso e aiutandole a raccogliere la documentazione necessaria.

Inoltre, è possibile fare appello anche presso il Difensore Civico, qualora si ritenesse che la decisione del Comune violi i diritti fondamentali degli studenti disabili. Queste azioni legali possono contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e a fare pressione sulle istituzioni per ottenere una revisione della delibera e garantire il pieno rispetto dei diritti degli alunni con disabilità.

Conclusioni: la necessità di una scuola inclusiva

Il taglio del servizio Asacom a Catania solleva un tema cruciale: la necessità di difendere l’inclusione scolastica e il diritto all’istruzione per tutti gli studenti, indipendentemente dalle difficoltà che potrebbero incontrare. L’assistenza scolastica per i bambini con disabilità non è un privilegio, ma un diritto garantito dalla legge, che non può essere ridotto senza compromettere il benessere e lo sviluppo di questi ragazzi.

Le istituzioni devono comprendere che l’inclusione scolastica non è solo una questione di bilancio, ma una priorità sociale ed educativa. Una scuola che accoglie tutti i bambini, con le loro diversità, è una scuola migliore per tutti. In questo contesto, il ricorso a decisioni politiche che penalizzano i più vulnerabili rischia di vanificare anni di progressi verso una società più inclusiva.

Le famiglie, le associazioni e tutti coloro che si battono per i diritti delle persone con disabilità devono rimanere uniti per difendere la scuola pubblica inclusiva, e continuare a lottare affinché ogni bambino, indipendentemente dalle sue difficoltà, possa avere le stesse opportunità di crescita e di realizzazione.

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