Ma quanti sono gli insegnanti precari necessari per coprire, attraverso le supplenze, i posti vacanti a scuola? A chiederlo sono i sindacati di categoria. Il problema della mancanza di insegnanti in molte scuole d’Italia è vissuto in maniera diversa a secondo dei punti di vista. Da un lato il Ministero dell’Istruzione minimizza tutto, cercando di gettare acqua sul fuoco, dall’altra parte i sindacati, e Gilda Insegnanti in particolare, cerca di leggere i fatti senza distorsioni e con la concretezza che la situazione richiede.
Gilda Insegnanti vuole la verità sui numeri del personale necessario per le supplenze
Qui non si tratta di discutere sulle soluzioni, ma solo di rendere davvero oggettive le criticità che la realtà sulle condizione degli organici insufficienti relativi alle supplenze per l’a.s. 2020/21 che si sta per profilare tra qualche settimana. Il dado a quanto pare sembra essere tratto: mancano gli insegnanti, mai come prima. Un problema sotto gli occhi di tutti, tanto che negare che lo stesso non esista diventa persino ridicolo oltre che grottesco.
Alcune scuole del Paese, per esempio, non hanno neanche potuto aprire i propri cancelli a causa della mancanza del personale supplente. La cronaca lo racconta ogni giorno. E la cronaca non racconta solo i buoni propositi politici, le congetture o i dati statistici, ma racconta fatti oggettivi e abbastanza concreti. Diventa assolutamente ridicolo e privo di qualsiasi significato attribuire la colpa di tutto questo ai sindacati e ai loro comunicati allarmistici sulla grave situazione circa la carenza strutturale e conclamata del personale in oggetto.
In tutto questo contesto di astio e dissapori, un duro comunicato stampa di Gilda Insegnanti cerca di fare ordine. La nota stampa come era facile prevedere si rivolge con dissenso all’atteggiamento del Ministero dell’Istruzione a proposito delle smentite e dei comunicati di precisazione mirate ad evitare ogni forma di allarmismo ingiustificato su questa tematica. Continua dunque la diatriba tra chi racconta i fatti, svelando i numeri relativi al personale occorrente e chi racconta invece tutto il contrario, con molta probabilità per la paura di perdere solo consensi (politici).
Ecco di seguito il testo integrale del Comunicato dell’Ufficio stampa Gilda Insegnanti.
Il comunicato stampa di Gilda Insegnanti: “Supplenze, dal MI girandola di numeri, manca dato complessivo”
Il Ministero dell’Istruzione si ostina a non fare luce sul dato totale delle supplenze assegnate per quest’anno scolastico e preferisce fornire una girandola di numeri che non restituisce il quadro complessivo della situazione.
Le 110mila assegnazioni che viale Trastevere afferma di aver già fatto stridono con la realtà dei fatti che parla, invece, di gravi ritardi nelle nomine per le quali, da quanto ci risulta, non siamo neanche a metà del guado. Ciò che sarebbe utile sapere è quanti posti ci sono effettivamente vacanti. Se, come sostiene il Ministero, le cattedre rimaste libere in seguito alle assunzioni in ruolo ammontano a 66.654, considerato che i posti disponibili autorizzati dal Mef sono 84.808, quelli assegnati risultano appena 18.254. Una cifra decisamente esigua se pensiamo che è frutto del reclutamento avvenuto attraverso tre canali: graduatorie di merito, graduatorie a esaurimento e chiamata veloce. Ciò, purtroppo, dà ragione alle nostre previsioni secondo cui quest’anno conteremo oltre 200mila supplenze. In termini percentuali, dunque, il numero di stabilizzazioni è dimezzato rispetto all’anno scorso.
E dopo le nostre ripetute segnalazioni circa i ritardi nelle nomine e i diffusi errori nelle Gps, adesso arriva anche la conferma da parte dell’Usr Lombardia che, in una circolare inviata agli uffici periferici dell’Amministrazione, comunica che ‘il numero dei posti sui quali convocare in Lombardia è particolarmente alto ed è pertanto prevedibile che le operazioni si protraggano per alcuni giorni’ e rileva ‘diffusi vuoti di organico’.
Per ovviare alla carenza di docenti, dunque, i dirigenti scolastici potranno attingere dalle nuove graduatorie di istituto, ma stipulando contratti in cui sia chiaramente esplicitata la clausola risolutiva per cui i supplenti assunti dovranno lasciare la cattedra all’arrivo degli insegnanti aventi titolo provenienti dalle Gps. La toppa, insomma, è peggiore del buco perché provocherà il solito balletto di precari che nuoce a insegnanti e studenti.