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Supplenze da interpello docenti non abilitati o specializzati: cosa si rischia se si lascia l’incarico?

Cosa rischiano i docenti senza titolo specifico se vengono assunti per le supplenze da interpello e decidono di lasciare il servizio per una supplenza da GPS?

Docente Supplente

Le supplenze da interpello rappresentano una soluzione per coprire i posti vacanti nelle scuole italiane, soprattutto quando le graduatorie tradizionali non soddisfano la domanda. Tuttavia, per i docenti assunti senza titolo specifico, esistono vincoli contrattuali e normative che regolano la possibilità di lasciare l’incarico. Questo articolo analizza le implicazioni per l’anno scolastico 2024/25, evidenziando le problematiche legate alla normativa vigente.

Supplenze da interpello: come funzionano per l’a.s. 2024/25?

Per l’anno scolastico 2024/25, la normativa (art. 13, comma 23 dell’OM n. 88/2024) disciplina le supplenze in caso di esaurimento delle graduatorie d’istituto. Le scuole possono attribuire incarichi seguendo una gerarchia:

  1. Docenti specializzati per il sostegno o abilitati per il posto comune.
  2. Docenti con titolo di accesso alla seconda fascia delle GPS.

In caso di ulteriore carenza, le supplenze possono essere affidate a docenti senza titolo, purché il profilo sia affine al grado d’insegnamento richiesto. Questo meccanismo, sebbene risolutivo per le emergenze, crea problematiche contrattuali e di continuità didattica.

Vincoli contrattuali e sanzioni

Secondo l’OM n. 88/2024, i docenti assunti da interpello sono soggetti alle stesse regole contrattuali di quelli assunti tramite graduatorie d’istituto. I principali vincoli riguardano:

  • I diritti contrattuali: chi riceve un incarico ha diritto a congedi, malattia e permessi (ad esempio, 3 giorni retribuiti per motivi personali per supplenze fino al 30 giugno).
  • Le sanzioni per abbandono dal servizio: lasciare un incarico senza autorizzazione è considerato abbandono di servizio, comportando l’esclusione da future supplenze.

Un caso frequente riguarda docenti che accettano supplenze fuori dal proprio grado d’insegnamento. Se un docente della scuola secondaria viene assegnato ad un posto nella scuola dell’infanzia e decide di lasciarlo per accettare una nomina da GPS, deve considerare attentamente le conseguenze sanzionatorie che questa scelta comporterà.

Supplenze da interpello e punteggio: opportunità e Limiti

Accettare una supplenza fuori dal proprio grado d’insegnamento offre vantaggi economici, ma presenta criticità in termini di punteggio:

  • Assenza di punteggio per le classi di concorso non corrispondenti: il docente non matura alcun punteggio per la classe di concorso GPS originaria, salvo che al successivo aggiornamento delle graduatorie ottenga il titolo per il nuovo grado.
  • Stipendio garantito, ma senza crescita professionale: per i docenti che non hanno buone posizioni in graduatoria, accettare queste supplenze può essere una scelta economica valida, ma penalizzante sul lungo termine.

Consigli per i docenti: valutare i pro e i contro

Prima di accettare una supplenza da interpello, è essenziale considerare:

  • Contratto e durata: un incarico fino al 30 giugno garantisce diritti e stabilità economica, ma limita la possibilità di accettare altre supplenze senza incorrere in sanzioni.
  • Impatto sul punteggio: se l’obiettivo è migliorare la propria posizione in GPS, bisogna valutare attentamente il beneficio effettivo dell’incarico.
  • Conseguenze normative: abbandonare il servizio potrebbe compromettere opportunità future.

In sintesi, le supplenze da interpello rappresentano una possibilità per entrare nel mondo della scuola, ma richiedono un’attenta analisi delle implicazioni normative e professionali (sanzioni o mancata attribuzione del punteggio). I docenti senza titolo o abilitazione per il posto comune, pur trovando un’opportunità economica immediata, devono considerare quelli che sono i limiti in termini di crescita e riconoscimento professionale.

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