Dare un alloggio a un turista dentro uno studentato privato, paradossalmente, non è vietato, come specifica il sindacato studentesco. “A luglio a agosto i gestori possono affittare agli studenti, ma una convenzione con il Ministero non esime le strutture dal rispetto della normativa fiscale, oppure da quella autorizzativa. Alla fine, ad essere danneggiati siamo proprio noi studenti, che dovevamo essere i veri beneficiari di questi interventi, invece siamo costretti a lasciare gli alloggi universitari anche se magari ne abbiamo ancora bisogno, ad esempio per una ricerca di tesi, oppure banalmente perché non abbiamo un’altra casa in cui tornare. E tra una decina di anni, tra l’altro, gli studentati finanziati dal PNRR potrebbero essere completamente affittati a turisti”.
Ma il problema è più grave, e l’Udu attacca il Ministero dell’Università per la mancanza di trasparenza sui posti letto finanziati da PNRR. “Ad oggi, non sappiamo esattamente la tariffa media che il soggetto gestore farà pagare a studenti ed enti per il Diritto allo Studio. Il Ministero guidato da Bernini – svela l’Udu – ha negato la nostra richiesta di accesso civico per conoscere i dettagli sul canone. Chiediamo alla Ministra Bernini e alla Commissione Europea di intervenire, perché non è accettabile che il Governo spenda i soldi del Pnrr senza trasparenza o chiarezza verso le parti sociali. Intanto i soggetti privati continuano ad avere vincoli troppo deboli e limitati nel tempo. Per questo, continueremo a vigilare e a mobilitarci, gli studentati non sono alberghi!”