Stipendio e contributi pensionistici: aliquote e ipotesi di investimento [TABELLE]

stipendio netto
stipendio netto

Ti sei mai chiesto quanto del tuo stipendio è destinato ai contributi per la pensione? Si tratta di una cifra considerevole e, come vedremo in questo articolo, non sempre rende come ci si aspetta a causa delle attuali regole per il calcolo della pensione, che possono risultare penalizzanti. E se invece di versare quei soldi all’INPS, i lavoratori potessero decidere liberamente come investire i contributi risparmiati?

Aliquote e ipotesi di investimento del proprio stipendio rispetto ai contrbuti pensionistici

Forse si potrebbe ottenere una rendita migliore rispetto a quella della pensione, ma questa ipotesi è irrealizzabile perché troppo rischiosa: pochi hanno un’adeguata educazione finanziaria per prendere decisioni ottimali. Ma quanto si guadagnerebbe in più ogni mese?

Scopriamolo insieme, ricordando che dei contributi versati all’INPS, solo una parte è indicata in busta paga, mentre l’altra, più consistente, è a carico dell’azienda.

Quanto si versa di contributi sullo stipendio?

Il costo dei contributi è una delle principali voci di spesa per il datore di lavoro. Le aziende devono sostenere non solo i contributi, ma anche vari premi assicurativi, il che incide notevolmente sul costo della forza lavoro.

L’ordinamento stabilisce che dei contributi previdenziali dovuti all’INPS, circa un terzo è a carico del lavoratore e viene calcolato direttamente sulla busta paga, mentre poco più di due terzi sono a carico dell’azienda e costituiscono un costo extra busta paga.

Attualmente, l’aliquota delle contribuzioni ai fini pensionistici, indicata con la sigla IVS, è generalmente pari al 33%. Di questo, solo il 9,19% viene detratto dalla busta paga del lavoratore (nel 2024 questa percentuale potrebbe essere più bassa grazie allo sgravio contributivo).

Il restante 23,81% è a carico del datore di lavoro. Le aziende sono obbligate a pagare i contributi previdenziali entro il giorno 16 del mese successivo alla prestazione lavorativa.

Quanto guadagneresti senza versare i contributi?

Senza dover versare i contributi, un lavoratore guadagnerebbe il 33% in più della propria retribuzione lorda. Ecco una tabella con alcuni importi (lordi):

StipendioStipendio senza contributiRisparmio mensileRisparmio annuo
8001.0642643.432
1.0001.3303304.290
1.2001.5963965.148
1.4001.8624626.006
1.6002.1285286.864
1.8002.3945947.722
2.0002.6606608.580
2.2002.9267269.438
2.4003.19279210.296
2.6003.45885811.154
2.8003.72492412.012
3.0003.99099012.870
3.2004.2561.05613.728
3.4004.5221.12214.586
3.6004.7881.18815.444
3.8005.0541.25416.302
4.0005.3201.32017.160
4.2005.5861.38618.018
4.4005.8521.45218.876
4.6006.1181.51819.734
4.8006.3841.58420.592
5.0006.6501.65021.450
5.2006.9161.71622.308
5.4007.1821.78223.166
5.6007.4481.84824.024
5.8007.7141.91424.882
6.0007.9801.98025.740

Ad esempio, con uno stipendio di 2.600 euro lordi, senza contributi ci sarebbero ogni anno circa 11.154 euro in più per il lavoratore.

Dopo 30 anni di lavoro, con uno stipendio medio vicino a questa cifra, si accumulerebbe un tesoretto di 334.620 euro, a cui si aggiungono circa 75.000 euro di TFR, per un totale di 400.000 euro. Sarebbe più conveniente rispetto alla pensione?

Investire i contributi diversamente: è possibile?

Per rispondere, dobbiamo chiederci quanto fruttano effettivamente i contributi versati. Consideriamo un lavoratore che va in pensione a 67 anni, dopo 30 anni di carriera.

Il coefficiente di trasformazione aggiornato al 2024 è del 5,723%.

Ciò significa che di pensione spetterebbe:

StipendioContributi versati l’annoContributi dopo 30 anniPensione annua lordaPensione mensile lorda
8003.432102.9605.893,91453,38
1.0004.290128.7007.367,39566,72
1.2005.148154.4408.840,87680,07
1.4006.006180.18010.314,35793,41
1.6006.864205.92011.787,83906,76
1.8007.722231.66013.261,311.020,10
2.0008.580257.40014.734,781.133,44
2.2009.438283.14016.208,261.246,79
2.40010.296308.88017.681,741.360,13
2.60011.154334.62019.155,221.473,48
2.80012.012360.36020.628,701.586,82
3.00012.870386.10022.102,181.700,17
3.20013.728411.84023.575,661.813,51
3.40014.586437.58025.049,141.926,86
3.60015.444463.32026.522,612.040,20
3.80016.302489.06027.996,092.153,54
4.00017.160514.80029.469,572.266,89
4.20018.018540.54030.943,052.380,23
4.40018.876566.28032.416,532.493,58
4.60019.734592.02033.890,012.606,92
4.80020.592617.76035.363,492.720,27
5.00021.450643.50036.836,972.833,61
5.20022.308669.24038.310,442.946,96
5.40023.166694.98039.783,923.060,30
5.60024.024720.72041.257,403.173,65
5.80024.882746.46042.730,883.286,99
6.00025.740772.20044.204,363.400,34

Con uno stipendio medio di 2.600 euro, si ottiene una pensione di circa 1.470 euro lordi al mese, ovvero 19.155 euro l’anno. Per recuperare quanto versato, devono trascorrere circa 17 anni, fino all’età di 84 anni.

Investire i contributi diversamente: è possibile?

Quanto avrebbe reso un diverso investimento degli oltre 334.000 euro di contributi? Ovviamente dipende dalla tipologia di investimento e dai relativi fattori di rischio.

Con un’adeguata educazione finanziaria, questo importo potrebbe fruttare molto di più rispetto alla pensione.

Tuttavia, questa ipotesi è puramente teorica poiché i contributi versati sono necessari per pagare le pensioni di chi ha già smesso di lavorare.

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