La FLC CGIL e altre organizzazioni sindacali hanno chiesto ripetutamente al Ministero di modificare il sistema di gestione delle retribuzioni dei supplenti brevi. La proposta principale prevede che queste spese siano trattate come partite di spesa fissa, analogamente a quanto avviene per i supplenti in maternità.
Un approccio simile garantirebbe la regolarità nei pagamenti, ponendo fine a un sistema considerato inadeguato e ingiusto. Gli emendamenti proposti dai sindacati, inclusi quelli presentati nella Legge di Bilancio 2025, mirano a stabilizzare il flusso di retribuzioni, evitando ulteriori ritardi e tutelando i diritti dei lavoratori.
Il mancato rispetto delle scadenze nei pagamenti rappresenta una problematica cronica che coinvolge migliaia di supplenti ogni anno. Questi ritardi non solo violano i contratti sottoscritti, ma minano la fiducia nel datore di lavoro, che in questo caso è lo Stato. I supplenti brevi, essenziali per il funzionamento quotidiano delle scuole, si trovano spesso a lavorare senza la certezza di ricevere uno stipendio puntuale, una situazione definita indegna dalle organizzazioni di categoria.
L’emissione speciale del 17 gennaio rappresenta un sollievo temporaneo, ma non risolve il problema strutturale. È essenziale che il sistema venga riformato, garantendo pagamenti regolari e prevedibili per tutti i supplenti. La trasformazione delle retribuzioni in spese fisse è una soluzione praticabile e già applicata in altre categorie lavorative.
Fino a quando non verranno adottate misure concrete e sistematiche, il rischio è quello di perpetuare un sistema che penalizza una categoria di lavoratori già fragile. La stabilità economica e il rispetto dei contratti devono diventare una priorità per garantire dignità e sicurezza a tutti gli insegnanti, indipendentemente dalla durata del loro incarico.