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Stipendi insegnanti: Valditara dichiara un aumento del 17% e supera Francia e Portogallo

Aumento del 17% per gli stipendi degli insegnanti in Italia, le dichiarazioni di Valditara e il confronto con il rapporto Ocse "Education at a Glance 2024

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affermato che gli stipendi degli insegnanti italiani non risultano più tra i più bassi d’Europa. Durante un’intervista a Il Tirreno, Valditara ha sottolineato il lavoro svolto dal governo per migliorare la retribuzione degli insegnanti con due rinnovi contrattuali in due anni e un aumento complessivo del 17%.

Valditara sta negoziando un nuovo contratto

L’ultimo governo, secondo il Ministro, non aveva mosso passi concreti per 11 anni, con un aumento risalente al 2020 del 3,48%. Nel 2023, l’attuale governo ha negoziato un nuovo contratto con un ulteriore incremento del 4,5% e ha stanziato 3 miliardi per un’ulteriore crescita del 5,8%.

Valditara ha risposto alle critiche dichiarando: “Chi sostiene che il Governo non si preoccupi degli insegnanti parla a vanvera”. Ha citato l’Invalsi, che sta conducendo un’analisi sui salari e ha confermato come l’Italia abbia superato Paesi come Francia e Portogallo nel 2023, abbandonando la posizione di fanalino di coda.

Il Ministro ha inoltre messo in evidenza come l’aumento del 17% superi l’inflazione calcolata dall’Istat, e ha ribadito l‘impegno del governo a continuare a migliorare la situazione dei docenti.

Il rapporto Ocse “Education at a Glance 2024”

Il rapporto “Education at a Glance 2024” dell’Ocse confronta gli stipendi degli insegnanti tra i vari Paesi membri, evidenziando criticità e punti di forza. Secondo il documento, gli stipendi aumentano in base al livello di istruzione insegnato, ma questa progressione non si verifica in ogni nazione. In alcune realtà, gli insegnanti percepiscono lo stesso stipendio a prescindere dal grado scolastico.

Dal 2015 al 2023, gli stipendi degli insegnanti, a livello primario e secondario, hanno registrato un incremento nominale del 28-29%, mentre l’aumento reale è rimasto contenuto tra il 4% e il 5%. Il rapporto sottolinea anche che l’anzianità di servizio rappresenta un fattore chiave nella crescita salariale, con una media di 26 anni necessaria per raggiungere il massimo della scala.

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