Ironia della sorte, questo principio è valido per quasi tutti i Giudici dei tanti Tribunali del Lavoro sparsi in tutto il territorio nazionale, ma per il Dicastero interessato lo stesso principio non ha validità.
Partendo da questa premessa molti sindacati di categoria chiedono oramai da tempo memorabile che tali compensi accessori (la Retribuzione Professionale Docenti e il Compenso Individuale Accessorio) spettino di diritto anche al personale precario della scuola, destinatari dei contratti a termine per le supplenze “brevi e saltuarie” e che i loro stipendi tendano conto di quanto sancito oramai da molto tempo dai Giudici di tutto il Paese.
A sancire questo diritto sono da sempre i Tribunali del Lavoro, tuttavia rimane sordo a tutto questo il Ministero dell’Istruzione, relegando i poveri supplenti in un limbo giudiziario, legale ed economico che non ha precedenti in nessun altro paese occidentale e moderno.
Di pochi giorni fa la notizia, pubblicata stamane sul sito istituzionale del sindacato Anief, dell’ennesima sentenza a favore del su citato personale precario a proposito di questo argomento. Marcello Pacifico, presidente del sindacato che detiene il record dei ricorsi vinti su questa tematica, in tal senso dichiara: “Illegittimo discriminare i precari: sono professionisti cui va riconosciuta dignità e parità di retribuzione”.
Per la cronaca, il valore degli importi derivanti dai compensi illustrati ai paragrafi precedenti sono così distinti, a seconda della categoria di personale: