Esempio 1: Un lavoratore residente a Roma con un reddito annuo lordo di 30.000 euro pagherà un’addizionale comunale totale di 270 euro all’anno. Di questi, il 30% (81 euro) viene trattenuto come acconto da marzo a novembre, circa 9 euro al mese, e il restante 70% (189 euro) come saldo da gennaio a novembre, circa 17 euro al mese. Pertanto, a marzo, la busta paga sarà inferiore di circa 9 euro rispetto a febbraio.
Esempio 2: Un lavoratore a Milano con un reddito annuo lordo di 50.000 euro e un’aliquota comunale dello 0,8% pagherà un’addizionale di 400 euro all’anno. Il saldo da gennaio a novembre sarà di circa 25 euro al mese, mentre l’acconto da marzo a novembre sarà di circa 11 euro al mese. Di conseguenza, a marzo, lo stipendio sarà ridotto di circa 11 euro rispetto al mese precedente.
Ogni Comune ha la facoltà di stabilire sia l’aliquota dell’addizionale comunale sia eventuali soglie di esenzione. Ad esempio, Milano prevede un’esenzione per redditi annui fino a 23.000 euro, mentre a Roma la soglia è fissata a 14.000 euro. Questo significa che i lavoratori con redditi inferiori a queste cifre non subiranno alcuna trattenuta per l’addizionale comunale. Di conseguenza, due lavoratori con lo stesso stipendio ma residenti in Comuni diversi potrebbero percepire importi netti differenti.
Anche i pensionati sono soggetti alle stesse regole. Ad esempio, un pensionato residente a Roma con un assegno lordo di 1.500 euro mensili vedrà una trattenuta mensile di circa 5,40 euro a partire da marzo. Se lo stesso pensionato risiede a Milano, con un’aliquota dello 0,8%, la trattenuta sarà di circa 8 euro al mese per una pensione lorda di 2.500 euro.
Ecco l’elenco aggiornato al 2025 delle aliquote dell’addizionale comunale IRPEF per ogni comune. L’elenco fornisce in particolare:
L’elenco delle aliquote degli acconti relativi alle addizionali comunali Irpef