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Stipendi DS, ancora troppi divari tra istruzione e PA: la scuola fanalino di coda

Gli stipendi dei DS e degli insegnanti molto bassi rispetto al personale della Pubblica Amministrazione. Occorre rivedere i divari

Stipendio

Gli stipendi dei DS, se messi a confronto con quelli dei dirigenti della pubblica amministrazione, sono ancora eccessivamente bassi. La disparità di trattamento rispetto ai colleghi della Pubblica Amministrazione oramai è evidente e certamente solleva delle questioni delicate.

Stipendi DS bassi se messi a confronto con i colleghi delle PA

Non occorre mettere a confronto, come spesso accade, l’importo degli emolumenti dei presidi con quelli degli insegnanti. Questo sarebbe assolutamente sbagliato. Occorre invece confrontare gli stipendi dei funzionari pubblici con quello degli insegnanti e quello dei Dirigenti Scolastici con i colleghi dirigenti della PA.

Fatto questo, il divario è decisamente notevole. A sollevare la questione il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Alessandro Giannelli. Lo stesso, infatti, afferma che la retribuzione dei Presidi non riflette affatto il valore e l’impegno svolto da questi ultimi, specie se messo a confronto con gli omologhi del comparto della Pubblica Amministrazione.

Cresce il divario remunerativo tra insegnanti e presidi

Se da un lato cresce il divario tra docenti e dirigenti scolastici per ciò che attiene la loro rispettiva retribuzione (e questo è un dato assolutamente incontrovertibile), aumenta invece di molto la qualità di trattamento economico tra i due differenti comparti statali. Parliamo di stipendi eccessivamente bassi (quelli del settore della formazione) nonostante il sistema educativo rappresenti nella nostra società un deterrente educativo per le nuove generazioni di notevole importanza.

Anche se di fatto la tematica non è affatto inedita, oggi più che mai salta fuori una disuguaglianza salariale non indifferente. Tale situazione potrebbe provocare nel personale della scuola una ricaduta negativa, in temini di impegno e persino sulla qualità dell’istruzione in generale. “Gli insegnanti – sottolinea Giannelli – potrebbero sentirsi meno motivati o meno in grado di fornire il meglio ai loro studenti”.

Il pericolo? La fuga dei cervelli a discapito del mondo dell’istruzione

Un altro aspetto non indifferente potrebbe riguardare indirettamente la cosiddetta ‘fuga di cervelli’. Molti brillanti insegnanti potrebbero, se non adeguatamente remunerati, andare all’estero o svolgere diverse attività in altri settori lavorativi ritenuti più competitivi, soprattutto dal punto di vista retributivo.

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