Sono stati pubblicati in queste ore i dati Ocse 2021 relativi agli stipendi medi dei docenti europei. Quelli italiani come capita oramai da tempo sono eccessivamente bassi rispetto alla media dei colleghi europei. Si punta dunque su un congruo adeguamento contenuto nel prossimo rinnovo contrattuale.
Stipendi docenti italiani inferiori del 15% rispetto a quelli dei colleghi europei: ecco i dati del report Ocse 2021
L’Ocse ha recentemente pubblicato il rapporto “Education at a glance”, una ricerca annuale che ha il compito di analizzare e confrontare i sistemi scolastici dei principali paesi europei e del mondo circa la retribuzione degli insegnanti.
Dal report si evince che gli stipendi degli insegnanti italiani risultano essere distanti, molto distanti, da quelli dei colleghi degli altri paesi dell’area UE. Le differenze negative sulle retribuzioni annue interessano purtroppo tutti gli ordini e gradi scolastici del nostro Paese. Vediamo dunque di illustrare nel dettaglio i risultati dello studio.
Partiamo dalla scuola primaria. In questo caso la differenza tra la retribuzione degli insegnanti italiani e quelli dell’area Ocse risulta in media del 15% inferiore. I formatori italiani perdono mediamente circa 6.700 dollari in meno a parità di potere d’acquisto. Il dato non si discosta di tanto rispetto ai colleghi europei. In questo caso il dato si aggira intorno al 14% con una perdita pari a 6.121 dollari (Tab. 1).
Andando ancora avanti nel report la differenza di retribuzioni in negativo cresce al crescere del grado scolastico. Nel caso dei docenti delle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori) la differenza diventa abissale. Gli insegnanti italiani delle superiori a conti fatti percepiscono il 14% in meno rispetto dei colleghi dei paesi Ocse (-7.285 dollari) e il 13% in meno rispetto ai docenti europei (-6.870 dollari). (Tab. 3)
Riteniamo importante presentare solo questi dati, ma potremmo mettere a confronto diversi grafici come quelli presenti sul sito ufficiale Ocse e sulla piattaforma istituzionale della FLC CGIL, da cui abbiamo tratto spunto per questo articolo.
Rinnovo CCNL, necessario per colmare le differenze retributive annue (-15%)
Per quanto concerne infine il prossimo ed imminente rinnovo contrattuale della scuola possiamo dire che lo stesso è atteso da tutti, visto che è oramai scaduto il 31 dicembre 2018. Rimane anche chiaro che per non scontentare il personale della scuola italiana occorrono imponenti finanziamenti. Sono state avviate e sono tutt’ora in corso le trattative sindacali volte all’aumento degli stipendi di tutto il personale scolastico, a partire dagli insegnanti.
Gli aumenti attesi dovranno “consentire di colmare il differenziale retributivo esistente con l’Europa e rendere il lavoro docente una professione più ambita, valorizzata economicamente e riconosciuta socialmente“, così come riportato dalla FLC CGIL.
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