Home Lavoro Stipendio Stipendi dei docenti italiani: aumenti previsti ma il divario con l’Europa resta

Stipendi dei docenti italiani: aumenti previsti ma il divario con l’Europa resta

Gli stipendi dei docenti italiani restano sotto la media europea. Previsti aumenti nel 2024, ma la Flc Cgil annuncia sciopero per risorse insufficienti.

Stipendio

Gli stipendi dei docenti italiani continuano a rimanere al di sotto della media europea, nonostante i recenti aumenti. Secondo i dati di Eurydice, il salario medio di un professore di scuola media nella fascia d’età 25-64 anni è salito dai 28.773 euro dell’anno scolastico 2021/22 ai 30.354 del 2022/23. Tuttavia, questo aumento non basta a colmare il gap con i colleghi europei.

Incrementi previsti con il rinnovo contrattuale 2022-2024 sugli stipendi

Il rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024 potrebbe portare un incremento medio del 6% negli stipendi dei docenti, grazie ai 200 milioni di euro aggiuntivi che dovrebbero essere inclusi nella manovra 2025. Come riportato da Il Sole 24 Ore, questo aumento sarebbe più significativo rispetto a quello ottenuto con il Ccnl 2019-2021, che ha garantito un aumento lordo mensile di 124 euro.

Stabilizzazione del taglio al cuneo fiscale

La categoria dei docenti potrà beneficiare anche della stabilizzazione del taglio al cuneo fiscale-contributivo, con una riduzione prevista fino a 100 euro al mese per i redditi fino a 40mila euro. Questo intervento mira a sostenere ulteriormente il potere d’acquisto degli insegnanti, alleggerendo il peso delle tasse.

Sciopero annunciato dalla Flc Cgil

Nonostante le prospettive di aumento, la Flc Cgil ha annunciato uno sciopero per il 31 ottobre 2024. Il sindacato, guidato da Gianna Fracassi, contesta le risorse stanziate, ritenendole insufficienti a coprire l’inflazione degli ultimi anni. La Flc Cgil chiede al governo di trovare ulteriori fondi per garantire un rinnovo contrattuale che risponda in maniera adeguata alle esigenze dei docenti.

Gli aumenti salariali previsti per i docenti italiani rappresentano un passo avanti, ma non eliminano il divario con i colleghi europei. Le proteste sindacali e il dibattito sul rinnovo del contratto continueranno a essere centrali nei prossimi mesi.

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