La Germania si conferma al primo posto con una retribuzione media annua di circa 47.250 euro nel 2019, mentre la media OCSE si attesta a 42.300 euro. Francia e Spagna, con stipendi inferiori, dimostrano una stabilità maggiore rispetto all’Italia, con 37.080 euro e 33.030 euro rispettivamente.
Secondo Isabella De Monte, deputata di Italia Viva, l’ultimo rapporto OCSE mette a nudo la drammatica situazione degli insegnanti italiani. L’Italia destina solo il 4% del proprio PIL all’istruzione, contro una media del 4,9% dei Paesi industrializzati avanzati.
Il rapporto OCSE evidenzia anche il grande divario retributivo di genere in Italia. Le giovani donne laureate guadagnano in media il 58% in meno rispetto ai loro coetanei maschi, un divario tra i più alti dell’area OCSE.
Nonostante una riduzione dal 32% al 21% tra il 2016 e il 2023, i Neet (giovani che non studiano né lavorano) restano un problema critico in Italia, soprattutto nella fascia 25-29 anni, con il 31% delle donne che non ha un’occupazione, contro il 20% degli uomini.
L’Italia riserva solo il 4% del PIL alla formazione, contro una media OCSE del 5%. La spesa è maggiore nelle scuole elementari, ma cala drasticamente nelle scuole medie, superiori e all’università.
L’Italia si distingue anche per l’alta età media degli insegnanti: il 53% dei docenti ha più di 50 anni, ben oltre la media OCSE del 37%.
In sintesi, il Rapporto OCSE dipinge un quadro allarmante per l’istruzione in Italia, evidenziando la necessità urgente di investire maggiormente negli stipendi degli insegnanti e nella formazione.