Secondo gli insegnanti, si è creato un grande mercato di agenzie, formatori, strumenti tecnologici ed esperti esterni che ha frammentato l’insegnamento e burocratizzato il sistema scolastico.
Questo porta a una formazione a spot, priva di coerenza e di un quadro d’insieme, che compromette la qualità dell’istruzione.
I docenti, appassionati del loro lavoro e delle materie che insegnano, si trovano sempre più intralciati da meccanismi burocratici e sostituiti da esperti esterni, portando alla frammentazione delle classi.
Progetti che erano complementari al percorso didattico sono diventati problematici, riducendo il tempo per insegnare e minando le basi fondamentali dell’istruzione, come la lettura, la scrittura, la storia, la geografia, e le scienze.
Gli insegnanti criticano l’approccio dell’attuale ministro, Giuseppe Valditara, che pone l’individuo al centro della scuola, vedendo in ciò una scuola che prepara i ragazzi alle esigenze immediate del mercato del lavoro, ma che potrebbe tradire queste aspettative in breve tempo.
La scuola, secondo loro, dovrebbe fornire a tutti gli strumenti per l’emancipazione, come previsto dall’articolo 3 della Costituzione, ma attualmente sembra negare questi strumenti.
Negli ultimi giorni, si è discusso del ritardo nell’erogazione dei fondi PNRR per la scuola. Il Ministro Valditara, nel suo intervento al Senato, ha evidenziato che rispetto ai 17,59 miliardi previsti, sono stati erogati oltre 3,8 miliardi (21,6%), con ulteriori 609 milioni in liquidazione nel 2024, portando la percentuale al 24,4%. Ha sottolineato che il Ministero ha raggiunto tutti gli obiettivi e i target previsti dal PNRR, con le 36 riforme attuate tramite decreti in meno di un anno e tutte le procedure di reclutamento dei docenti avviate nei tempi stabiliti.