Un altro caposaldo storico del M5S, il limite dei due mandati elettivi, è stato abolito con il 72,08% dei voti favorevoli. Questo principio, ritenuto da Grillo uno dei valori fondativi del Movimento, è stato messo in discussione durante il processo costituente, aprendo la strada a nuove possibilità per i rappresentanti eletti.
Tra le proposte approvate dagli iscritti, emergono diverse opzioni che ora dovranno essere tradotte in norme statutarie:
Queste modifiche rappresentano un compromesso tra la fedeltà alle origini del Movimento e l’adattamento alle esigenze di una forza politica matura e istituzionalizzata.
La decisione di abolire il ruolo di garante e superare il limite dei due mandati riflette una volontà di rinnovamento e maggiore flessibilità interna. Tuttavia, questo cambiamento potrebbe generare divisioni tra i sostenitori della linea tradizionalista, incarnata da Grillo, e chi spinge per un approccio più pragmatico.
Il superamento del limite dei mandati offre al M5S una maggiore continuità politica, ma rischia di alienare una parte della base storica che vedeva in questa regola una garanzia contro il professionalismo politico. La rimozione del garante, invece, segna un passo verso una leadership collettiva e meno centralizzata.
Con queste decisioni, il M5S si avvia verso una nuova fase della sua storia, in cui sarà fondamentale trovare un equilibrio tra rinnovamento e identità. La possibilità di rivedere i mandati e l’abolizione del ruolo di garante segnano una svolta, ma aprono interrogativi sul futuro orientamento del Movimento e sulla sua capacità di mantenere la coesione interna.
Questo processo costituente, celebrato a Roma, si conclude con cambiamenti che ridefiniscono il DNA del Movimento, rendendolo più adattabile ma anche più distante dai principi originari. Il successo di queste riforme dipenderà dalla loro attuazione pratica e dalla capacità del M5S di trasformarle in strumenti per una politica più efficace e inclusiva.