Una consuetudine, a dir poco pericolosa, che nel tempo si è istituzionalizzata. Questa prassi si verificava per la mancanza di disponibilità da parte degli insegnanti ad effettuare delle ore in più (le famose eccedenze). Ovviamente il rifiuto ad effettuare queste ore aggiuntive era giustificato anche e soprattutto per la mancanza di risorse economiche da parte delle Amministrazioni scolastiche.
Adesso, con l’emergenza sanitaria in corso, non sarà più possibile praticare questa ‘malsana’ abitudine. Prima di tutto perché gli insegnanti in servizio non vorranno rischiare di persona nel caso in cui venga conclamato un contagio, e poi perché il problema non riguarderà loro, bensì il governo e in prima persona il Ministero dell’Istruzione, visto che in questi mesi avrebbe dovuto preventivamente assicurare un adeguato organico scolastico, alla luce della grave situazione in cui tutto il personale scolastico è chiamato ad operare.
Nonostante i discorsi dei primi giorni di scuola da parte dei Presidi rivolti al personale docente in relazione al loro senso di responsabilità e volti a garantire le ore scoperte per la mancanza dei colleghi assenti, questa volta pochissimi, o addirittura nessuno, presterà il fianco a questa anomala situazione. Le ore eccedenti non sono obbligatorie, pertanto ci si potrà rifiutare di farle!
Alla luce di questa situazione che quasi sicuramente comporterà un problema di difficile risoluzione per i Presidi, sarà necessario, o addirittura quasi obbligatorio, da parte del Ministero dell’Istruzione la reintroduzione delle ore a disposizione, le stesse che l’ex ministra Gelmini con la sua discussa Riforma eliminò a partire dall’anno scolastico 2009/2010. Le ore a disposizione rappresenterebbero in questo momento particolare, una garanzia rispetto alle tante defezioni da parte dei colleghi assenti, ma anche un modo per abbassare abbondantemente il numero delle Cattedre con orario esterno (CoE) presenti in molte istituzioni scolastiche del nostro Paese.