Sostegno: docenti specializzati contro l’avvio dei corsi INDIRE

Durante una manifestazione a Roma, i docenti di sostegno specializzati hanno respinto con fermezza i nuovi percorsi formativi proposti dall’INDIRE.

Percorso INDIRE Sostegno
Percorso INDIRE Sostegno

Il gruppo dei docenti di sostegno specializzati ha manifestato una chiara opposizione ai nuovi percorsi formativi proposti dall’INDIRE. Il gruppo ha diffuso un video in cui esprimono critiche severe al sistema formativo sottolineando la lunga e onerosa strada che hanno dovuto percorrere per conseguire la specializzazione.

Critiche ai percorsi INDIRE sul sostegno

Gli insegnanti lamentano di aver investito 3.000 euro e superato esami, laboratori e tirocini per ottenere i 60 CFU necessari alla specializzazione. Tuttavia, nonostante la dichiarata carenza di docenti specializzati da parte del Ministero, molti si trovano ancora disoccupati. I docenti criticano duramente i nuovi corsi brevi online ritenuti un’opportunità per le università di aumentare i profitti.

A Roma, su un totale di 8.000 insegnanti specializzati, solo 2.000 sono stati convocati, lasciando più di 2.000 incarichi di supplenza coperti da personale precario. Gli insegnanti si interrogano sul perché, fino allo scorso anno, i candidati specializzati venivano immessi in ruolo dalle graduatorie GPS, mentre oggi questo non avviene più, nonostante le promesse legate ai percorsi di formazione INDIRE e ai piani di nuove assunzioni.

Decreto Sport e Scuola

Il Decreto Sport e Scuola (DL 71/2024) introduce nuove opportunità di formazione per i docenti interessati al sostegno scolastico. Tra queste novità c’è il percorso INDIRE da 30 CFU, pensato per i docenti con almeno tre annualità di servizio specifico su posti di sostegno. Un’altra importante opzione è rappresentata dai percorsi straordinari per docenti con titoli di sostegno conseguiti all’estero. Questi percorsi sono rivolti a chi ha completato un percorso formativo presso un’università estera legalmente riconosciuta. Gli iscritti a tali percorsi dovranno rinunciare a qualsiasi richiesta di riconoscimento del titolo conseguito all’estero.

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