Dei 40.000 edifici scolastici in Italia, solo il 50% ha il certificato di agibilità, mentre il 40% non ha il collaudo statico. Stiamo parlando di strutture in cui quasi 10 milioni di persone – tra studenti e personale – trascorrono quotidianamente il proprio tempo.
Non solo – aggiunge il Segretario – quasi la metà degli edifici scolastici è fatiscente, inadatta, pericolosa. E mentre i segnali di degrado sono evidenti e ripetuti – infiltrazioni, crepe, crolli – l’inerzia prevale. Non ci sono più scuse.
Dal 2014 al 2017 sono stati investiti quasi 10 miliardi di euro per migliorare la sicurezza nelle scuole. Eppure, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il 23% delle scuole non è stato nemmeno progettato per uso scolastico, ma successivamente riadattato. Anche l’età degli stessi edifici indica che solo poco più di 1/3 di essi risale a dopo il 1980 mentre la restante parte risale al periodo 1946-1975. E solo il 3% degli edifici scolastici ha ricevuto interventi antisismici, nonostante oltre 17.000 scuole (tra sedi e plessi staccati) si trovino in zone ad alto rischio sismico.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ricorda D’Aprile – ha destinato 3,9 miliardi per ristrutturare oltre 2.000 scuole, 1,19 miliardi per demolire e ricostruire 200 scuole con riqualificazione energetica e 300 milioni per creare 230.400 metri quadri di nuove strutture sportive. Tuttavia, i risultati dimostrano che finanziamenti sporadici e a breve termine non risolvono problemi strutturali che richiedono tempi lunghi e una progettazione adeguata.
È necessario affrontare il problema delle carenze infrastrutturali che coinvolge tutta la comunità educante. E’ un settore nel quale si intrecciano competenze diversificate. E’ ora di denunciare le inadempienze che possono avere conseguenze serie e concrete e pretendere un maggiore impegno per la sicurezza nelle scuole da parte di tutti attraverso interventi organici e strutturati nel tempo, conclude.