Un altro aspetto positivo riguarda gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e altre difficoltà di concentrazione. Con ritmi più regolari e tempi di recupero più adeguati, questi studenti potrebbero godere di un ambiente più favorevole al loro apprendimento. Inoltre, la settimana corta permetterebbe di utilizzare il sabato per attività opzionali, come laboratori o corsi di recupero, senza interferire con l’orario delle lezioni.
Anche il personale docente e ATA trarrebbe vantaggio dalla riorganizzazione, poiché sarebbe possibile ottimizzare la gestione delle risorse e ridurre il ricorso a giorni lavorativi in cui l’affluenza alle lezioni è meno consistente, come accade spesso il sabato. Inoltre, la riduzione delle ore scolastiche potrebbe favorire un miglior equilibrio tra vita professionale e privata, offrendo a famiglie e studenti la possibilità di dedicare più tempo alle proprie attività extrascolastiche e familiari.
Interessante parallelismo si può fare con le novità introdotte nel settore pubblico, dove la possibilità di adottare la settimana corta è stata sperimentata recentemente per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha espresso soddisfazione per questa riforma, che consente di concentrare le 36 ore settimanali in soli 4 giorni, per una maggiore efficienza lavorativa. In attesa di una risposta ufficiale da parte delle istituzioni, la raccolta firme continua, segnando un crescente interesse verso questa proposta innovativa che potrebbe trasformare il volto della scuola italiana.