Quando la notizia del sequestro si diffuse, decine di carabinieri, poliziotti e pompieri si radunarono intorno alla scuola. Tra i primi ad arrivare c’era il maresciallo Salvatore Veltri, che ricorda quel momento come un improvviso cambio di rotta nella sua giornata. “Non immaginavo fosse così grave,” ha raccontato a distanza di 40 anni. Con lui arrivarono anche il sostituto procuratore Margherita Gerunda, il vice questore Cetroli e il capitano Bianchini, che tentò di calmare Nobile fingendosi un avvocato. Purtroppo, uno dei bidelli, Ernesto Chiovini, morì poco dopo in ospedale, ma la trattativa proseguì. Veltri e gli altri agenti cercarono di mantenere la calma e di guadagnare tempo, mentre Nobile, che usava i bambini come scudo, rifiutava ogni tipo di collaborazione.
Dopo ore di tensione, la situazione iniziò a sbloccarsi. Nobile chiese dell’acqua, e il maresciallo Veltri ne approfittò per stabilire un dialogo con lui. “Quando l’ho visto bere e i bambini restare assetati, gli dissi che li stava facendo morire di sete,” ha spiegato Veltri. L’uomo iniziò a cedere. La trattativa proseguì con il sindaco Ugo Vetere, che promise a Nobile un lavoro, incentivando ulteriori liberazioni. Nel momento culminante, Veltri si offrì come ostaggio disarmato, ma Nobile rifiutò. Tuttavia, quando il carabiniere lo chiamò “amico”, l’uomo si ammorbidì. A quel punto, le forze dell’ordine riuscirono a sopraffarlo, e Nobile venne arrestato.
A 40 anni di distanza, la scuola Ignazio Silone non è più in attività e giace abbandonata, ma la comunità del quartiere spera che presto diventi sede della nuova caserma dei carabinieri di Montesacro. Nonostante i ritardi nei lavori, il progetto promette di restituire un nuovo presidio di sicurezza alla zona. La vicenda, che ha segnato la città, resta nella memoria collettiva come un episodio di coraggio e determinazione da parte di tutti coloro che si sono battuti per fermare il sequestro e salvare vite.