mercoledì, 26 Marzo 2025
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Sequestro scuola Ignazio Silone: a 40 anni dai fatti, avviati i lavori per la sede di una caserma dei Carabinieri

Il 13 marzo 1984, il sequestro alla scuola Ignazio Silone a Roma nord scuote la città. Un episodio di coraggio e determinazione per fermare la tragedia.


Il 13 marzo 1984, il quartiere Nuovo Salario di Roma fu scosso da un drammatico sequestro alla scuola media Ignazio Silone. Un uomo armato, Maurizio Nobile, fece irruzione nell’istituto, prendendo in ostaggio studenti e personale scolastico, dando vita a sei ore di terrore. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, e in particolare l’azione del maresciallo Salvatore Veltri, fu decisivo per risolvere la situazione senza ulteriori vittime.

L’inizio del dramma

La mattina del 13 marzo, Maurizio Nobile entrò nell’edificio con un fucile a pompa calibro dodici nascosto in una borsa. Subito dopo aver varcato il cancello, sparò due colpi che ferirono gravemente i bidelli Ernesto Chiovini e Umberto Maestri. La paura si diffuse rapidamente tra gli studenti e il personale, che cercarono rifugio nelle aule o fuggirono, mentre Nobile continuava la sua marcia nell’edificio. Un’insegnante riuscì a chiamare il 113, lanciando l’allarme. Intanto, l’uomo raggiunse la classe della prima B, dove teneva 19 bambini e la loro insegnante come ostaggi.

L’intervento delle forze dell’ordine

Quando la notizia del sequestro si diffuse, decine di carabinieri, poliziotti e pompieri si radunarono intorno alla scuola. Tra i primi ad arrivare c’era il maresciallo Salvatore Veltri, che ricorda quel momento come un improvviso cambio di rotta nella sua giornata. “Non immaginavo fosse così grave,” ha raccontato a distanza di 40 anni. Con lui arrivarono anche il sostituto procuratore Margherita Gerunda, il vice questore Cetroli e il capitano Bianchini, che tentò di calmare Nobile fingendosi un avvocato. Purtroppo, uno dei bidelli, Ernesto Chiovini, morì poco dopo in ospedale, ma la trattativa proseguì. Veltri e gli altri agenti cercarono di mantenere la calma e di guadagnare tempo, mentre Nobile, che usava i bambini come scudo, rifiutava ogni tipo di collaborazione.

La svolta della trattativa

Dopo ore di tensione, la situazione iniziò a sbloccarsi. Nobile chiese dell’acqua, e il maresciallo Veltri ne approfittò per stabilire un dialogo con lui. “Quando l’ho visto bere e i bambini restare assetati, gli dissi che li stava facendo morire di sete,” ha spiegato Veltri. L’uomo iniziò a cedere. La trattativa proseguì con il sindaco Ugo Vetere, che promise a Nobile un lavoro, incentivando ulteriori liberazioni. Nel momento culminante, Veltri si offrì come ostaggio disarmato, ma Nobile rifiutò. Tuttavia, quando il carabiniere lo chiamò “amico”, l’uomo si ammorbidì. A quel punto, le forze dell’ordine riuscirono a sopraffarlo, e Nobile venne arrestato.

Il lascito di un incubo

A 40 anni di distanza, la scuola Ignazio Silone non è più in attività e giace abbandonata, ma la comunità del quartiere spera che presto diventi sede della nuova caserma dei carabinieri di Montesacro. Nonostante i ritardi nei lavori, il progetto promette di restituire un nuovo presidio di sicurezza alla zona. La vicenda, che ha segnato la città, resta nella memoria collettiva come un episodio di coraggio e determinazione da parte di tutti coloro che si sono battuti per fermare il sequestro e salvare vite.

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