Le scuole paritarie cattoliche sottolineano come, a distanza di quasi 25 anni dalla Legge di Parità 62/2000, la questione della parità economica sia ancora irrisolta. Sebbene siano stati fatti alcuni progressi negli ultimi anni, i contributi pubblici sono ancora insufficienti a coprire i costi operativi, costringendo le famiglie a sostenere economicamente la scelta di una libertà educativa. Gli enti gestori delle scuole paritarie hanno dovuto aumentare le rette per far fronte agli effetti dell’inflazione (+15% negli ultimi tre anni) e all’incremento dei costi del personale derivante dal rinnovo dei contratti collettivi. A questo si aggiunge il crescente numero di alunni con disabilità (+10% nell’anno scolastico 2023/24), che richiede maggiori risorse per il sostegno, nonostante i fondi specifici siano ancora insufficienti.
Le associazioni di genitori e gestori delle scuole paritarie cattoliche hanno quindi avanzato proposte di emendamenti alla Legge di Bilancio 2025, sollecitando un incremento dei contributi per il sostegno agli studenti con disabilità e l’introduzione di strumenti che facilitino la libertà di scelta educativa delle famiglie. Queste richieste coinvolgono circa 800.000 alunni delle scuole paritarie in tutta Italia. Sebbene negli ultimi dieci anni i fondi pubblici destinati alle scuole paritarie siano cresciuti, raggiungendo circa 600 milioni di euro all’anno, le associazioni sottolineano che questa somma rimane ancora insufficiente per garantire un servizio educativo sostenibile.
Le scuole paritarie, in particolare nel primo ciclo d’istruzione, continuano a rivestire un ruolo fondamentale nel sistema educativo italiano, colmando le lacune dell’offerta formativa pubblica. Se lo Stato dovesse creare nuove scuole per coprire queste esigenze, il costo sarebbe molto più elevato rispetto ai fondi attualmente stanziati per sostenere le scuole paritarie. Tuttavia, resta irrisolta la questione costituzionale, legata all’articolo 33 della Costituzione, che afferma il diritto di enti e privati di istituire scuole senza oneri per lo Stato. Questo punto solleva dubbi sulla possibilità di considerare le scuole paritarie come parte integrante del sistema pubblico e di giustificare un loro finanziamento con risorse statali.