Scuole aperte anche di sera: questa la proposta dell’onorevole Gallo (M5S), neo presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Siamo davvero sicuri che tutti gli insegnanti accoglieranno favorevolmente questa ricetta? Scuolainforma nutre forti dubbi e spieghiamo i perché.
Gli auspici di Luigi Gallo sulle scuole aperte anche di sera: «Aprire gli istituti il pomeriggio e anche la sera con il tempo pieno”
A dire il vero, in passato si erano già avanzate proposte simili a quelle avanzate ieri dall’on. Luigi Gallo. Questa iniziativa mirerebbe a risolvere due problematiche strettamente connesse:
- Aumentare i posti disponibili in organico di diritto;
- Sfoltire il nutrito esercito di precari in attesa della tanto agognata assunzione nei ruoli dello Stato.
In tal senso, le dichiarazioni di Luigi Gallo sono chiare e circoscritte: «Bisogna aprire gli istituti anche il pomeriggio con il tempo pieno al Sud per recuperare il ritardo con il resto del Paese e la sera per attività con tutti i cittadini, giovani, adulti e anziani come diffusi presidi culturali».
Il problema del tempo pieno nelle scuole delle regioni del sud è stato da sempre considerato dagli insegnanti uno scoglio eccessivamente insormontabile. Molti insegnanti hanno snobbato questo sistema, sfavorendo inconsapevolmente (o forse con molta consapevolezza) i loro colleghi precari o quelli ingiustamente trasferiti al nord dall’odiato algoritmo ministeriale.
Sulla sua personale visione futura della Scuola, della cultura e della povertà educativa, il Presidente pentastellato afferma: «La cultura è non solo la chiave per combattere la povertà educativa, per contrastare fenomeni di marginalizzazione sociale, per creare emancipazione e riscatto: investire in cultura e in istruzione è fondamentale per liberarci definitivamente dalla criminalità organizzata, dal connubio tra illegalità e corruzione, dal cancro che distrugge tanti territori del Paese da Nord a Sud, le mafie e la camorra».
Rivolgendo, infine, lo sguardo a quei territori più disagiati (come per esempio la Campania e tutto il sud d’Italia), il neo Presidente conclude: «Lo Stato deve esserci soprattutto in zone con alto disagio economico e sociale con l’apertura dei presidi scolastici e finanziamenti opportuni per invertire il paradigma della cultura e dell’istruzione nel nostro Paese».
La ricetta di Luigi Gallo: cosa ne pensano gli insegnanti delle scuole aperte anche di sera?
La scuola, tuttavia, rimane un mondo strano e i lavoratori che ne fa parte niente hanno a che fare con il ‘campanilismo’ e con il ‘senso di appartenenza’. In poche parole, ci si lamenta sempre delle personali condizioni di lavoro, danneggiando sempre le aspettative degli altri. La solidarietà tra i colleghi, sovente lascia il posto all’arrivismo più sfrenato, all’egoismo più becero e al posto della parola ‘noi’ viene sempre più utilizzato il pronome personale ‘io’.
Partendo da queste iniziali considerazioni, è facile auspicare il consenso (almeno a parole) degli insegnanti; il diniego assoluto giungerà nel momento in cui una legge imporrà ai docenti di prolungare ‘forzosamente‘ la loro presenza dentro le scuole anche di pomeriggio o addirittura fino a tarda serata.
Qualcuno forse avrà già pronti gli slogan da sventolare in segno di protesta contro questa ‘tremenda’ imposizione normativa. Insomma, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Le premesse ipotizzate da Luigi Gallo sono ben auguranti e del tutto incoraggianti per quegli insegnanti che oggi sono considerati (e non a torto) più svantaggiati, ma lasciano presagire un malcontento generale per tutti coloro che, viceversa, svolgono tranquillamente il loro lavoro a ‘mezza giornata’ e vicino casa.