L’idea del rientro a scuola a settembre attraverso delle generiche linee guida, per molti sembra una vera e propria corsa ad ostacoli – queste alcune considerazioni presenti in un articolo del Corriere della Sera di oggi 29 giugno 2020. Ogni giorno saltano fuori alcuni problemi pratici su come mettere in atto quello che viene ‘suggerito’ e a volte solo ipotizzato nel documento promosso dalla ministra Azzolina e dal CTS. In alcuni casi sarà assolutamente impossibile attenersi alle disposizioni contenute in quel piano. Spieghiamo perché.
Sotto la lente di ingrandimento le linee guida troppo generiche: a rischio tempo pieno, personale e mezzi di trasporto insufficienti
Il problema maggiore sarà sicuramente rappresentato dalla ‘fragilità’ di molti insegnanti avanti con l’età in quasi tutti gli ordini scolastici; risulterebbe davvero irrealizzabile una didattica in cui il docente stia a casa e la scolaresca sia di fatto presente a scuola.
Per non parlare poi del rischio di vedere compromesso il famoso tempo pieno così tanto caro alla scuola primaria. La questione delicata e di difficile soluzione riguarderebbe anche i mezzi di trasporto, insufficienti per il numero di studenti che dovrà recarsi a scuola in maniera scaglionata da settembre in avanti. Quest’ultimo aspetto è quello che sta generando più apprensione tra gli addetti ai lavori e molti sindaci hanno avanzato richieste economiche per la gestione dei propri Enti, finalizzati all’incremento del proprio parco veicoli. In alcune regioni – sottolinea qualcuno – i pullman essendo assolutamente insufficienti, non potranno essere riempiti, facendo ritardare gli ingressi degli alunni al suono delle campanelle.
Insomma, queste sono solo alcune delle criticità che dal prossimo primo di settembre potranno verificarsi nelle scuole del nostro Paese.
Su questi aspetti sono intervenuti nei giorni scorsi i sindacati che hanno chiesto un incontro con il Comitato Tecnico Scientifico per dirimere alcune questioni. Per quanto riguarda la ‘fragilità’ di alcuni professori le sigle sindacali sottolinea un aspetto davvero particolare: “sulla carta i prof ultra 55enni sono quasi la metà alle superiori (47%) e un terzo alle elementari (35%). Non tutti sono a rischio ovviamente ma il problema va affrontato”.
Anche qualche Dirigente Scolastico si pone l’interrogativo sugli alunni disabili; maggiore attenzione dunque per ciò che attiene alla carenza degli insegnanti di sostegno: “Purtroppo mancano ogni anno, si sa, ma a settembre quando dovremo rispettare le regole di sicurezza, chi si occuperà degli studenti disabili che hanno bisogno di più attenzione?”
Linee guida, solo una cura palliativa: si ritornerà alla chiusura totale a settembre? Qualcuno già parla della seconda ondata di Covid-19 in autunno
Troppe incongruenze dunque nelle linee guida promosse dalla ministra Azzolina. Qualcuno già ipotizza la seconda ondata autunnale del Covid-19 con un probabile ritorno in lockdown quasi scontato. Noi speriamo di no, ma una cosa è certa: non bastano le linee guida e non basta il parere del CTS. Occorre una task force costituita da personale specializzato e soprattutto interno all’amministrazione scolastica di ogni plesso. Per rispettare il Piano Scuola 2020/2021 occorrono interventi puntuali e mirati su tutte le oltre 8.200 istituzioni scolastiche presenti in tutto il territorio nazionale, attraverso interventi volti a risolvere caso per caso ogni criticità strutturale e logistica.
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