Uno stringato comunicato da parte della FLC CGIL chiarisce come stanno effettivamente le cose. La situazione a quanto pare è identica a quella degli altri anni. Pertanto, anche quest’anno come tutti gli anni, la famosa liquidazione dei compensi accessori non avverrà, come da contratto, entro il 31 agosto 2020. Questa tesi sarebbe avvalorata dal fatto che “NoiPa, pur avendo ripristinato solo oggi le funzioni per operare sulla rata di settembre ha lasciato le scuole senza liquidità”. Lasciamo a chi vuole intendere ogni inesorabile considerazione.
Secondo quanto riportato nella nota stampa della FLC CGIL, a quanto pare non sarebbero stati accreditati i fondi necessari da parte del Mef. La nota in questione riporta tali affermazioni: “E, anche volendo essere ottimisti e voler credere che tali fondi saranno accreditati a settembre (ipotesi della irrealtà), nelle buste paga degli interessati essi arriveranno, bene che vada, a ottobre”.
Che dire, solo in Italia possono accadere certe cose. Intanto il sindacato FLC CGIL, appellandosi al buon senso, dichiara ironicamente: “Una storia di ordinaria burocrazia per la quale le norme e i contratti sono non vincoli da rispettare ma ‘pure espressioni cartacee’”. Insomma, la colpa di questi eccessivi ritardi, ancora una volta, sono attribuibili al Mef che come sappiamo gestisce e governa la piattaforma dei pagamenti NoiPA. “Una ennesima dimostrazione che i tempi del Ministero dell’Economia che governa il sistema NoiPA sono altri, sono tarati sulle esigenze della sua burocrazia e non sui tempi del servizio di cui dovrebbe essere… al servizio” conclude FLC CGIL.
Lo stesso sindacato indica, oramai da anni, anche come si potrebbe risolvere il problema dell’estrema dilazione dei tempi di attesa per l’accreditamento delle somme di cui in oggetto. In tal senso – suggerisce la FLC CGIL – occorrerebbe una norma (che puntualmente ha presentato come emendamento al decreto semplificazioni in discussione al Parlamento), la quale potrebbe risolvere definitivamente a questa inefficienza, norma che “attribuirebbe all’Amministrazione a doversi adattare alla scuola e non la scuola all’Amministrazione”. Allo stesso tempo – precisa il comunicato stampa – la FLC CGIL ha chiesto al Ministero dell’Istruzione “di porre rimedio a questo inaccettabile comportamento amministrativo”.