Uno dei punti cruciali dello sciopero riguarda il riconoscimento del diritto degli idonei a essere assunti. Nonostante la loro idoneità al concorso, questi professionisti sono stati esclusi dalle graduatorie definitive, creando una disparità di trattamento rispetto ai colleghi assunti in precedenza. La mancata valorizzazione di questi lavoratori qualificati è vista come una “mancata opportunità” per la scuola, che potrebbe beneficiare di personale altamente competente.
La proposta di Anief è quella di dare priorità agli idonei, come stabilito dalla legge, per occupare tutti i posti vacanti e disponibili, dando finalmente una risposta concreta alla carenza di docenti.
La Legge di Bilancio 2025 prevede il taglio di circa 8.000 posti ATA, una decisione che ha scatenato una forte opposizione da parte di Anief. Secondo il sindacato, questo provvedimento rischia di compromettere ulteriormente il funzionamento delle scuole, aumentando il carico di lavoro per il personale rimanente e diminuendo la qualità dei servizi offerti agli studenti.
Inoltre, la proposta di ridurre il numero di assistenti e tecnici contrasta con le esigenze di un sistema educativo che deve affrontare sfide sempre più complesse, come l’inclusione degli studenti con disabilità e il supporto alle attività amministrative e didattiche.
Lo sciopero del 15 novembre è quindi un grido di allarme per il futuro della scuola italiana, che rischia di essere travolta dalla gestione inefficace delle risorse e dalla mancanza di stabilizzazione per i lavoratori precari.
Anief chiede un intervento urgente del governo per garantire una scuola più giusta, equa e stabile, in cui i diritti degli insegnanti e del personale ATA siano riconosciuti e tutelati. Solo con un reclutamento adeguato e una gestione intelligente delle risorse sarà possibile dare il giusto valore all’istruzione in Italia.