Pezzotta ha respinto le accuse secondo cui lo sciopero generale sarebbe stato politico, ribadendo che ogni sciopero è, per sua natura, un atto politico. “Dire che uno sciopero non debba essere politico significa svuotarlo del suo significato. La Costituzione italiana garantisce questo diritto come strumento fondamentale per i lavoratori.”
Sottolineando l’autonomia del sindacato dai partiti, Pezzotta ha evidenziato come lo sciopero proclamato da Cgil e Uil sia nato esclusivamente dalla necessità di difendere i diritti dei lavoratori, senza alcuna connessione diretta con forze politiche. “Lo sciopero è un diritto individuale, una forma di dissenso che il lavoratore paga di tasca propria,” ha spiegato.
Un punto critico affrontato da Pezzotta riguarda la decisione del vicepremier Matteo Salvini di precettare i lavoratori in alcuni settori. Secondo l’ex segretario della Cisl, la precettazione rappresenta una misura autoritaria che potrebbe essere evitata attraverso il dialogo. “Salvini avrebbe dovuto incontrare i leader di Cgil e Uil per organizzare lo sciopero nel rispetto della legge. Questo atteggiamento dimostra una mancanza di rispetto per il sindacalismo,” ha affermato.
Pezzotta ha sottolineato che la precettazione non solo mina il diritto di sciopero, ma rischia anche di esasperare le tensioni tra governo e lavoratori, complicando ulteriormente la possibilità di trovare soluzioni condivise.
Concludendo il suo intervento, Pezzotta ha ribadito la necessità di una Cisl che lavori per l’unità del movimento sindacale, rilanciando la cooperazione con Cgil e Uil. “Il distacco attuale non è giustificato, soprattutto di fronte alle grandi sfide che riguardano salari, sanità, e clima. Solo unendo le forze possiamo difendere i lavoratori e garantire politiche più giuste per il Paese.”
L’ex segretario ha invitato Luigi Sbarra a rivedere la posizione della Cisl, tornando a essere un attore protagonista nella lotta per i diritti dei lavoratori. “La storia della Cisl è una storia di lotte condivise. Continuare su questa strada rischia di isolarci, tradendo i valori che abbiamo sempre difeso.”