Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del Governo Meloni ha acceso il dibattito all’interno del panorama sindacale italiano. In particolare, l’ex segretario della Cisl, Savino Pezzotta, ha duramente criticato la decisione dell’attuale leader della confederazione, Luigi Sbarra, di non aderire alla protesta, accusandolo di aver allontanato la Cisl dalla sua storia e dai suoi valori fondanti.
La Cisl non aderisce allo Sciopero Generale, Pezzotta: “Un errore storico non cercare unità sindacale”
Intervenendo a Radio Radicale, Pezzotta ha espresso preoccupazione per la linea adottata dalla dirigenza della Cisl, che ha scelto di sostenere la manovra del Governo Meloni e di non partecipare allo sciopero. “La Cisl non è mai stata vicina ai governi di destra. Dissociarsi dalle altre confederazioni è un errore che mette in discussione la capacità del movimento sindacale di rispondere alle sfide del presente,” ha dichiarato Pezzotta.
L’ex segretario, insieme a 103 esponenti storici della Cisl, ha sottoscritto un documento che critica la manovra e invita Sbarra a ricostruire un’azione comune con Cgil e Uil. “Le priorità della Cisl non possono coincidere con quelle di un governo conservatore,” ha aggiunto, sottolineando come i temi chiave – salari, sanità, clima, industria – richiedano una risposta unitaria.
“Ogni sciopero è politico”: la difesa del diritto di protesta
Pezzotta ha respinto le accuse secondo cui lo sciopero generale sarebbe stato politico, ribadendo che ogni sciopero è, per sua natura, un atto politico. “Dire che uno sciopero non debba essere politico significa svuotarlo del suo significato. La Costituzione italiana garantisce questo diritto come strumento fondamentale per i lavoratori.”
Sottolineando l’autonomia del sindacato dai partiti, Pezzotta ha evidenziato come lo sciopero proclamato da Cgil e Uil sia nato esclusivamente dalla necessità di difendere i diritti dei lavoratori, senza alcuna connessione diretta con forze politiche. “Lo sciopero è un diritto individuale, una forma di dissenso che il lavoratore paga di tasca propria,” ha spiegato.
Precettazione e dialogo: le critiche a Salvini
Un punto critico affrontato da Pezzotta riguarda la decisione del vicepremier Matteo Salvini di precettare i lavoratori in alcuni settori. Secondo l’ex segretario della Cisl, la precettazione rappresenta una misura autoritaria che potrebbe essere evitata attraverso il dialogo. “Salvini avrebbe dovuto incontrare i leader di Cgil e Uil per organizzare lo sciopero nel rispetto della legge. Questo atteggiamento dimostra una mancanza di rispetto per il sindacalismo,” ha affermato.
Pezzotta ha sottolineato che la precettazione non solo mina il diritto di sciopero, ma rischia anche di esasperare le tensioni tra governo e lavoratori, complicando ulteriormente la possibilità di trovare soluzioni condivise.
L’appello finale: occorre ricostruire l’unità sindacale
Concludendo il suo intervento, Pezzotta ha ribadito la necessità di una Cisl che lavori per l’unità del movimento sindacale, rilanciando la cooperazione con Cgil e Uil. “Il distacco attuale non è giustificato, soprattutto di fronte alle grandi sfide che riguardano salari, sanità, e clima. Solo unendo le forze possiamo difendere i lavoratori e garantire politiche più giuste per il Paese.”
L’ex segretario ha invitato Luigi Sbarra a rivedere la posizione della Cisl, tornando a essere un attore protagonista nella lotta per i diritti dei lavoratori. “La storia della Cisl è una storia di lotte condivise. Continuare su questa strada rischia di isolarci, tradendo i valori che abbiamo sempre difeso.”
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