Schwa e asterischi sono al centro di un acceso dibattito sull’inclusività linguistica, che negli ultimi anni ha coinvolto anche il contesto scolastico. L’uso di questi simboli è stato proposto per superare il maschile sovraesteso e rendere la lingua più inclusiva, ma le opinioni restano contrastanti, soprattutto per quanto riguarda la leggibilità e la correttezza grammaticale. Recentemente, il confronto su questo tema si è riacceso, spingendo esperti e insegnanti a esprimere il proprio punto di vista. Tra loro, lo scrittore e docente Enrico Galiano ha sollevato dubbi sull’effettiva rilevanza della questione rispetto alle urgenze che la scuola italiana deve affrontare.
Correttezza grammaticale e inclusività: un equilibrio possibile?
La lingua italiana ha una struttura consolidata e regole grammaticali definite. Per questo motivo, alcuni linguisti e accademici mettono in guardia dall’introduzione di simboli non convenzionali, ritenuti poco funzionali alla comunicazione scritta e potenzialmente fuorvianti.
Secondo questa prospettiva, l’inclusività dovrebbe essere perseguita attraverso soluzioni linguistiche già esistenti, come l’uso di termini neutri o forme che evitino il maschile generico senza alterare la grammatica tradizionale. L’obiettivo è garantire chiarezza e accessibilità nei testi, specialmente in ambiti formali come quello scolastico.
Schwa e asterischi e la critica di Enrico Galiano: “I veri problemi della scuola sono altri”
L’insegnante e scrittore Enrico Galiano ha commentato il dibattito in un post sui social, manifestando il proprio scetticismo. “Mai visto, in vent’anni di carriera, un solo documento scolastico con la schwa o l’asterisco. Non so voi”, ha scritto, sottolineando come il tema rischi di distogliere l’attenzione da questioni più urgenti.
Galiano ha infatti evidenziato come la scuola debba affrontare problemi ben più gravi, come l’abbandono scolastico, la carenza di insegnanti di sostegno e il crescente disagio psicologico tra gli studenti. Secondo lui, concentrare il dibattito su questioni linguistiche potrebbe allontanare l’attenzione dalle vere emergenze educative.
Inclusività e scuola: quale direzione?
Il tema del linguaggio inclusivo resta aperto e complesso. Se da un lato è essenziale garantire una comunicazione rispettosa e rappresentativa di tutte le identità, dall’altro è importante non perdere di vista le esigenze pratiche dell’insegnamento e della chiarezza comunicativa.
Il dibattito prosegue, lasciando aperta la domanda: come trovare un equilibrio tra innovazione linguistica e necessità educative?
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