L’avvocato Nardozi ha presentato una richiesta di revoca delle misure cautelari a carico dei due docenti, sottolineando l’assenza di elementi sufficienti a giustificarle. La decisione del giudice è attesa nelle prossime ore. Parallelamente, Baglione, l’altro indagato ai domiciliari, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, dichiarando, tramite il suo legale, la fiducia nell’operato della magistratura.
Secondo le accuse, Baglione sarebbe stato al centro di un sistema corruttivo ben strutturato, offrendo agli aspiranti docenti la possibilità di superare le prove a fronte di pagamenti fino a 15 mila euro. Gli investigatori avrebbero trovato prove incriminanti nei dispositivi elettronici sequestrati, tra cui un elenco dettagliato delle transazioni finanziarie legate alle presunte irregolarità.
L’inchiesta ha rivelato un presunto sistema corruttivo soprannominato il “Sistema Cassino”, descritto dagli investigatori come una rete organizzata per favorire con false abilitazioni al TFA il passaggio in graduatoria di aspiranti docenti. Grazie a intercettazioni e monitoraggi tecnologici, la Guardia di Finanza avrebbe raccolto prove di accordi illeciti per fornire ai candidati le domande delle prove preselettive in anticipo. L’organizzazione avrebbe garantito che chi pagava una mazzetta poteva superare il test, mentre ai candidati non idonei venivano restituiti i soldi.
Tra le prove più significative emergerebbe una lista di 240 domande preparate in anticipo, da cui sarebbero state estratte le 60 utilizzate per i test ufficiali. Questo meccanismo, secondo le autorità, rappresentava il cuore della truffa, rendendo il superamento delle prove una questione di denaro piuttosto che di merito.
Il caso ha sollevato un’ondata di indignazione, ma anche di solidarietà nei confronti degli indagati. Il rettore dell’Università di Cassino, Marco Dell’Isola, ha espresso vicinanza ai docenti coinvolti, sottolineando l’importanza di attendere l’esito delle indagini prima di trarre conclusioni. Nel frattempo, la vicenda continua a scuotere il sistema accademico e alimenta il dibattito sull’etica e la trasparenza nei processi di selezione.
L’inchiesta prosegue, e si attendono ulteriori sviluppi che possano chiarire le responsabilità e le dinamiche di un caso che rischia di lasciare un segno profondo nel panorama educativo italiano. La magistratura è chiamata a fare luce su una vicenda che ha messo in discussione la credibilità di un’intera istituzione.