Due episodi in particolare hanno portato alla condanna del sacerdote. Nel primo, avrebbe attirato una studentessa nel proprio ufficio e, dopo averle rivolto frasi sdolcinate, avrebbe cercato di avvicinare la sua fronte a quella della ragazza, mettendola in evidente imbarazzo. Nel secondo caso, avrebbe minacciato la madre di un’alunna affinché iscrivesse la figlia nella sua sezione, paventando un anno scolastico difficile in caso contrario.
Le pressioni nei confronti della studentessa sono proseguite anche dopo la presentazione di una certificazione per disturbi specifici dell’apprendimento. Il docente l’avrebbe insultata con epiteti come “capra” e “handicappata” e avrebbe persino influenzato il consiglio di classe affinché deliberasse per la sua bocciatura nel 2015-2016, ignorando il piano di recupero proposto dalla famiglia.
Nonostante le difficoltà, la ragazza è riuscita a diplomarsi e iscriversi all’università e riceverà una provvisionale di 10mila euro come risarcimento.
Le accuse iniziali contro il sacerdote erano ancora più gravi e includevano ipotesi di abusi sessuali, poi archiviate. Tuttavia, le testimonianze raccolte durante le indagini hanno evidenziato un comportamento reiterato e inappropriato nei confronti di diverse studentesse e colleghe.
Nel corso del processo, alcune ragazze hanno cercato di ridimensionare gli episodi, ma i racconti dettagliati forniti ai Carabinieri in fase di indagine hanno confermato la gravità delle molestie subite. Il sacerdote, nel frattempo trasferito in un altro istituto, è stato ritenuto colpevole di abuso di potere e condotta lesiva nei confronti delle vittime.