Per Valditara, la scuola deve essere anche il luogo dove si insegnano i valori fondamentali della vita, come l’amicizia, la gentilezza, l’educazione e il rispetto per se stessi e per gli altri. Questi valori, ha osservato, sono indispensabili per contrastare i comportamenti negativi che spesso si manifestano tra i giovani, come l’arroganza, la prepotenza e la violenza. La scuola, quindi, diventa un terreno fertile per la crescita di una nuova generazione che sappia vivere in armonia e rispetto, lontano da atteggiamenti di intolleranza e conflitto.
Il ministro ha anche sottolineato l’importanza di rafforzare il legame tra scuola e famiglie. La scuola, infatti, deve essere considerata come una cellula fondamentale per la crescita e la formazione della persona, il luogo dove un giovane si sviluppa in termini non solo cognitivi, ma anche morali e sociali.
Valditara ha ricordato che la scuola “costituzionale” deve mettere al centro la persona, creando un ambiente che favorisca il rispetto universale, al di là di qualsiasi differenza. La Giornata del Rispetto, che il ministro ha definito come la sintesi programmatica di una politica educativa, rappresenta un passo fondamentale verso il ritorno a un’educazione improntata sui valori civili e morali.
L’invito di Valditara è chiaro: la scuola deve tornare a essere il centro nevralgico di una nuova civiltà. In una società che sembra aver perso il senso dell’educazione e della gentilezza, la scuola rappresenta un faro di speranza. “La scuola deve irradiare una nuova civiltà“, ha detto il ministro, sottolineando come essa possa, attraverso l’educazione, promuovere un futuro più rispettoso e più consapevole.
Il suo messaggio di speranza è forte: le difficoltà esistono, ma solo affrontandole insieme, come sistema educativo e come comunità, sarà possibile superarle. “Insieme ce la possiamo fare per dare fiducia, valori e competenze ai nostri giovani”, ha concluso Valditara, esortando a lavorare per una scuola che non solo insegni, ma che plasmi cittadini migliori.