Dopo l’accantonamento dell’emendamento in Legge di Bilancio per la gratuità del riscatto della laurea e la petizione proposta da Anief sul medesimo argomento, vogliamo analizzare meglio quali sono i costi da sostenere per il riscatto degli anni di università. Facciamo dunque un passo indietro. Il riscatto della laurea è uno strumento che consente ai lavoratori di trasformare gli anni universitari in contributi previdenziali, utili sia per anticipare la pensione sia per aumentarne l’importo della rata pensionistica. Nel 2024, questa opportunità continua a rappresentare un’importante leva per chi desidera ottimizzare la propria posizione previdenziale. Ecco una guida completa su come funziona, quanto costa e a chi conviene riscattare la propria laurea.
Cos’è il riscatto della Laurea e come funziona ai fini contributivi
Il riscatto della laurea permette di conteggiare gli anni di studio universitari come anni contributivi, a condizione che non siano già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa. Può essere richiesto da lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’INPS o a casse private oppure dagli inoccupati, purché in possesso di un titolo di studio valido. È possibile riscattare sia le Lauree triennali, magistrali, a ciclo unico e dottorati di ricerca. Anche i Pluri-laureati che possono riscattare più titoli. Non sono invece riscattabili i master o i corsi di specializzazione non universitari. L’obiettivo principale è coprire eventuali “buchi contributivi” e aumentare l’anzianità contributiva necessaria per accedere alla pensione o incrementarne l’assegno.
Le tipologie di riscatto della laurea
Il lavoratore può procedere con il riscatto ordinario, calcolato sulla base della retribuzione annuale lorda e del sistema previdenziale applicabile (retributivo o contributivo). In alternativa, si potrà provvedere con il riscatto agevolato. Quest’ultimo, introdotto per gli anni di studio successivi al 1996, prevede un costo fisso annuale di 6.076,95 euro per il 2024.
Quanto costa riscattare la Laurea nel 2024?
Il costo varia in base a:
- Retribuzione: Nel sistema ordinario, il riscatto viene calcolato applicando un’aliquota contributiva (33% per dipendenti, 24% per autonomi) sul reddito degli ultimi 12 mesi.
- Durata degli studi: Si possono riscattare al massimo 5 anni.
- Metodologia: Nel sistema agevolato, il costo è fisso e indipendente dalla retribuzione.
L’INPS mette a disposizione un simulatore online per calcolare i costi. Il pagamento è rateizzabile fino a 120 rate mensili (10 anni) senza interessi, facilitando così la gestione economica dell’investimento.
Le agevolazioni fiscali
Il riscatto ordinario è deducibile al 100%, con aliquote IRPEF tra il 23% e il 43%; il riscatto agevolato invece è detraibile al 50%, suddiviso in 5 rate annuali. Anche i genitori possono sostenere le spese del riscatto per i figli, usufruendo di una detrazione del 19%.
Il riscatto della laurea, dunque, è particolarmente conveniente per:
- Lavoratori giovani: Può essere utile per anticipare la pensione, soprattutto se si è cominciato a lavorare presto.
- Chi è vicino alla pensione: Riscattare pochi anni mancanti può facilitare il raggiungimento dei requisiti minimi per la pensione anticipata o di vecchiaia.
- Lavoratori autonomi: Offre un’opportunità concreta per incrementare l’anzianità contributiva in assenza di contribuzione obbligatoria durante gli anni di studio.
Tuttavia, non è sempre economicamente vantaggioso. Chi è lontano dalla pensione potrebbe considerare alternative d’investimento più redditizie.
Riscatto della Laurea gratuito: una proposta non attuata
Sebbene in passato si sia discusso di introdurre il riscatto gratuito per alcune categorie di lavoratori, come i giovani under 36 o il personale scolastico, questa misura non è stata approvata per via dei costi elevati per lo Stato. Ad oggi, non esiste alcuna possibilità di riscatto gratuito.
Investimento o necessità?
Il riscatto della laurea rappresenta un’opportunità interessante per chi desidera ottimizzare la propria posizione previdenziale. I benefici principali includono:
- Anticipare la pensione.
- Aumentare l’importo dell’assegno pensionistico.
- Coprire periodi di mancata contribuzione durante gli anni di studio.
Tuttavia, la convenienza dipende da molteplici fattori personali e lavorativi. È consigliabile valutare attentamente i costi e i benefici, anche attraverso il simulatore INPS, prima di procedere.
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