Oggi, giovedì 11 gennaio 2018, quindi potrebbe rappresentare per certi versi l’anno 0 per quanto riguarda la trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto scuola. Difatti, nell’incontro odierno si affronteranno tutte le criticità evidenziatesi negli incontri precedenti. Per le parti impegnate nel confronto pare aleggiare il seguente slogan: “non c’è più tempo da perdere”.
Nello specifico, non si parlerà solo dei punti rimasti irrisolti ma anche della nuova proposta circa l’inserimento del bonus premiale nel nuovo contratto al centro del confronto serrato tra le rappresentanze sindacali (le RSU) di ogni singolo istituto e i Dirigenti Scolastici. Chiaramente, in tutto questo tira e molla, la volontà di chiudere l’accordo con queste novità è tutta a favore dei sindacati.
Dal punto di vista delle risorse rimane però un problema insormontabile: non ci sono risorse aggiuntive e la situazione quindi è assolutamente stagnante.
Ricordiamo, peraltro, che il governo ha escluso categoricamente la possibilità di far confluire in busta paga le somme annuali contenute sia nel bonus di merito che nella carta docente da 500 euro. Il rifiuto netto di cancellare questi due importanti capisaldi della Legge 107/15 (Buona Scuola) è giustificato dal fatto che per riuscire in questo intento occorrerebbe un vero e proprio atto legislativo finalizzato al trasferimento di quelle risorse sugli stipendi tabellari dei lavoratori.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, è quello dell’attribuzione del bonus formazione di 500 euro non solo ai docenti/insegnanti ma anche al personale ATA; quel personale, tra l’altro, assolutamente dimenticato dalla Buona Scuola di Renzi.
Dal punto di vista degli aumenti stipendiali, le notizie parlano di aumenti medi pari a 70-75 euro lordi; la notizia più triste invece riguarda alcuni lavoratori che potrebbero vedersi corrisposti nella loro busta paga aumenti anche più bassi di quelli appena detti.
Il primo aumento stipendiale dovrebbe trovarsi sul cedolino di marzo. Sul versante degli arretrati (una tantum) le indiscrezioni parlano di una somma compresa tra 350 e 710 euro (per i due anni 2016 e 2017). Queste somme dovrebbero arrivare comunque a fine febbraio, guarda caso qualche giorno prima del famoso Election Day del 4 marzo.