Gli aumenti, variabili a seconda dell’inquadramento professionale, oscillano tra i 121,4 euro per gli operatori e i 193,9 euro per le figure ad alta professionalità. Per questi lavoratori, a partire dall’1 gennaio 2024, gli stipendi annui lordi verranno così aggiornati:
Oltre agli aumenti mensili, il nuovo contratto prevede arretrati medi di 850 euro, già parzialmente anticipati dall’indennità di vacanza contrattuale erogata a fine 2023 con l’aumento del 3,35%. In sostanza, i lavoratori riceveranno poco in arretrati, ma beneficeranno di risorse aggiuntive grazie al fondo per la contrattazione integrativa, con un incremento pari allo 0,22% del monte salari, per superare il tetto ai trattamenti accessori.
Questo contratto introduce una novità importante per chi lavora in smart working: il riconoscimento dei buoni pasto per le giornate di lavoro agile, a condizione che il dipendente rispetti l’orario lavorativo previsto per la presenza in ufficio. Tale misura elimina le disparità tra amministrazioni, che finora gestivano il lavoro da remoto in modo non uniforme.
Inoltre, per dipendenti con esigenze particolari, come genitori di bambini piccoli o caregiver di persone disabili, il contratto garantisce ulteriori giornate di smart working, regolamentate nella contrattazione integrativa.
Un altro elemento innovativo riguarda la settimana corta, una sperimentazione della settimana lavorativa di quattro giorni, mantenendo le 36 ore complessive senza riduzioni salariali. La sperimentazione partirà dagli enti di piccole dimensioni senza contatto diretto con il pubblico, come alcuni uffici ministeriali, per garantire la continuità dei servizi. La partecipazione resta volontaria, dando ai dipendenti la possibilità di valutare se aderire a questo nuovo modello organizzativo.
Il contratto, firmato da Cisl-Fp, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, ha ottenuto il consenso della maggioranza sindacale (oltre il 54% dei lavoratori). Tuttavia, CGIL e UIL hanno deciso di non aderire, poiché ritengono insufficienti le misure previste per i dipendenti pubblici. Serena Sorrentino e Sandro Colombi, segretari generali di Fp CGIL e UIL Pa, hanno espresso insoddisfazione, accusando il governo e l’Aran di aver scelto “la via della rottura” senza dare risposte adeguate ai lavoratori del comparto Funzioni Centrali.
Di diverso avviso, Maurizio Petriccioli, Segretario Generale della Cisl Fp, ha difeso l’accordo, sostenendo che questo contratto offre condizioni favorevoli. Petriccioli critica l’opposizione di CGIL e UIL, definendola una scelta che “finisce solo per ritardare colpevolmente i futuri contratti e l’erogazione delle risorse”.
Nonostante le polemiche, la validità del contratto non risente dell’assenza di queste due sigle sindacali e ora si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per avviare l’iter di aggiornamento dei compensi da parte di Noipa.