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Rinnovo CCNL Scuola, i sindacati: “pretendiamo nuove risorse per gli stipendi del personale”

I sindacati bocciano la bozza del rinnovo CCNL Scuola proposta dall'ARAN perché non tiene conto di nuove risorse per aumentare gli stipendi

Sindacati

Dell’incontro svoltosi ieri tra i sindacati di categoria e l’ARAN sul rinnovo CCNL Scuola ne abbiamo parlato di recente in un altro articolo. Durante la trattativa presso l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni il dato più rilevante venuto fuori riguarda i dissensi di tutte le sigle sindacali a proposito delle risorse stanziate dal MI ed utili all’aumento degli stipendi del personale scolastico (docenti e ATA).

Rinnovo CCNL Scuola, i sindacati: bozza contrattuale irricevibile, occorrono risorse aggiuntive

Da quello che si apprende oggi, il nuovo contratto non verrà stipulato in tempi brevi, come qualcuno avrebbe fatto pensare. Il problema delle risorse messe a disposizione dal Ministero dell’Istruzione per l’aumento degli stipendi pare stia alla base dei ritardi oramai evidenti. I più attenti ritengono plausibile che ad occuparsi delle clausole contenute nel nuovo testo contrattuale sarà il nuovo Governo, quello che si formerà (ci si augura presto) dopo i risultati elettorali del 25 settembre prossimo.

La diatriba, per dire il vero, sarebbe sorta tra il Ministero dell’Istruzione (senza portafoglio) e il Mef. Una guerra di posizione che riguarderebbe la riapertura dell’atto di indirizzo per recuperare il mancato stanziamento da parte del Ministero dell’economia di circa 270 milioni di euro, fondi peraltro stanziati in manovra dal Governo. Quel tesoretto, di fatto, sarebbe servito quasi certamente per superare la soglia psicologica dei famosi 100 euro lordi a tutto il personale scolastico.

Le dichiarazioni dei maggiori sindacati scuola: non serve modifica atto d’indirizzo, serve ‘subito’ un congruo aumento degli stipendi

Sulla spinosa questione oggi è intervenuto il Presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, il quale dichiara: “Se il problema sono i termini di cambio dell’atto di indirizzo, allora facciamo il punto su tutte le risorse e troviamo un accordo. Ancora di più perché l’Aran ha detto che intende firmare il contratto. E anche gli altri sindacati sono della stessa idea. Perché allora non lo facciamo subito? Non occorre attendere alcuna integrazione dell’atto di indirizzo. Basta chiedere a tutti i partecipanti quali sono le condizioni per arrivare alla firma entro il 25 settembre, prima quindi delle elezioni politiche”.

Elezioni politiche a parte, Pacifico ha avuto il coraggio di palesare quelle che sono le vere ragioni che stanno alla base del rinnovo contrattuale e delle richieste dei lavoratori di questo comparto della pubblica amministrazione: “I docenti e il personale Ata – spiega Pacifico – sono impoveriti sempre più e per queste ragioni servono risorse. L’unico modo per dare immediato ossigeno ai lavoratori dell’istruzione e della ricerca”.

Anche il coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams, Rino di Meglio, dice no alla bozza contrattuale proposta dall’ARAN: “Un testo irricevibile sia sul piano economico che su quello normativo”. Di Meglio, così come i rappresentanti delle altre confederazioni sindacali della scuola ritiene necessario vengano messe sul piatto della trattativa ulteriori risorse da destinare all’aumento delle retribuzioni dei docenti, somme necessaria per recuperare l’inflazione attuale che si è attestata ormai al 9%.

Uno stallo istituzionale, in attesa del prossimo esecutivo?

In altre parole, pur conoscendo i gravi problemi che attanagliano i lavoratori della scuola, il loro scarso potere d’acquisto rispetto ai ‘miseri’ stipendi e all’inflazione esponenziale tutt’ora in corso, il Governo, attraverso l’ARAN propone l’improponibile. Siamo difronte ad uno stallo istituzionale tra politica e sindacati, in attesa delle scelte politiche che verranno dopo l’Election day del 25 settembre.

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