Di quest’ultimo aspetto ne ha parlato molto platealmente Il Messaggero in un suo recente articolo. Sono previste dal Governo Draghi delle vere e proprie ‘pagelle di merito’ dei dipendenti. Insomma, una restaurazione ai tempi nostri delle scelte fatte nel 2015 a proposito del bonus di merito degli insegnanti, messa in atto da Matteo Renzi attraverso la sua Buona Scuola.
Questa volta però, la valutazione del proprio Dirigente (ogni tre anni) comporterebbe un aumento strutturale del proprio emolumento, concorrendo sostanzialmente al passaggio di fatto allo scatto successivo. In totale, di scatti se ne prevedono 6.
I dipendenti neoassunti avrebbero tutti lo stesso stipendio. Via via, il passaggio al livello superiore (che non sarà uguale e graduale per tutti) comporterà come conseguenza diretta una differenza stipendiale, misurata sulla base dell’esperienza dimostrata e dalla capacità lavorativa dei dipendenti.
“Il presidente dell’Aran avrebbe indicato dei limiti massimi e minimi per gli scatti di carriera. Adesso saranno i sindacati a decidere se tale proposta va presa seriamente in considerazione o va accantonata”.
Relativamente all’attale vincolo sui fondi per le progressioni di carriera, commisurato come ricordiamo al massimo di quelli stanziati nel 2016, il governo pare essere concorde nella sua abolizione. La Manovra messa a punto dal Premier Draghi va verso questo obiettivo. Per le risorse si farà ricorso eventualmente ai fondi a disposizione dell’Esecutivo dal famoso tesoretto di cui tanto si parla.
Come si legge sul testo provvisorio, “per il rinnovo dei contratti degli statali, triennio 2022-2024, vengono stanziati 310 milioni di euro per l’anno 2022 e 500 milioni a decorrere dal 2023. L’intenzione è quella di ridurre i divari di stipendio”.
Staremo a vedere dunque se i rumors diventeranno davvero notizie certe. Le novità riguardanti il rinnovo degli statali terranno banco quasi sicuramente nelle prossime settimane. Resta il fatto che il Governo è pronto a spendere tanti euro del Pnrr anche per potere accontentare le richieste pressanti dei sindacati. Questi ultimi, infatti, sono pronti ad attuale tutte le azioni per una protesta unitaria e generale, a livello nazionale.