Anche Opzione Donna viene prorogata, mantenendo però i criteri di accesso già in vigore. Il pensionamento anticipato è riservato a caregiver, lavoratrici invalide al 74% e dipendenti di aziende in crisi, a condizione di aver raggiunto 61 anni di età e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024. Previsto uno sconto fino a due anni per chi ha figli, con una riduzione di un anno per figlio fino a un massimo di due anni.
La decorrenza della pensione avviene con una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Il calcolo dell’assegno avviene con il sistema contributivo.
Le lavoratrici licenziate o dipendenti da aziende con un tavolo di crisi attivo possono accedere a Opzione Donna a 59 anni di età, senza ulteriori riduzioni per figli. La norma riguarda principalmente lavoratrici di grandi aziende (oltre 250 dipendenti) coinvolte in crisi aziendali monitorate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’Ape Sociale viene estesa fino al 31 dicembre 2025. Restano invariati i requisiti: 63 anni e 5 mesi di età per le categorie fragili (disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori in mansioni gravose). L’assegno, fino a un massimo di 1.500 euro lordi mensili, non prevede tredicesima e non subisce adeguamenti all’inflazione fino alla pensione di vecchiaia a 67 anni. La domanda di verifica delle condizioni va presentata entro il 31 marzo, il 15 luglio e il 30 novembre 2025.
Dal 2025, i dipendenti di enti locali e sanità dovranno restare in servizio fino ai 67 anni per evitare penalizzazioni sulle aliquote di rendimento relative ai contributi maturati fino al 31 dicembre 1995. Viene abrogata la possibilità di pensionamento d’ufficio a 65 anni, costringendo chi vuole lasciare il lavoro prima di questa età ad accettare una riduzione dell’assegno.
Novità importanti anche per le lavoratrici madri. Chi accede alla pensione con il sistema contributivo può ottenere uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi per chi ha quattro o più figli. In alternativa, si può richiedere un aumento del coefficiente di trasformazione: +1 anno per chi ha 1 o 2 figli, +2 anni per chi ne ha 3 o più.
Infine, sono previsti aumenti straordinari per le pensioni più basse. Dal 2025, gli assegni fino a 603,4 euro aumenteranno del 2,2%, mentre nel 2026 l’incremento sarà dell’1,3%. Previsto anche un aumento della maggiorazione sociale di 8 euro al mese per il solo 2025. L’INPS riconoscerà questi incrementi automaticamente, senza necessità di richiesta da parte dei pensionati.