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Riforma Pensioni 2025: tutte le novità su Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale

Tutte le novità sulle pensioni 2025: proroga di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, aumenti pensionistici e agevolazioni per le madri lavoratrici.

Riforma Pensioni

La legge di bilancio 2025 introduce importanti aggiornamenti per il sistema delle pensioni italiano, confermati dall’INPS nella Circolare n. 53/2025. Tra le misure più rilevanti spiccano la proroga di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, insieme a nuove agevolazioni per le lavoratrici madri e l’innalzamento dell’età pensionabile per dipendenti degli enti locali e del settore sanitario. Inoltre, il sistema contributivo si arricchisce di sconti e agevolazioni per determinate categorie di lavoratori.

Quota 103: proroga e dettagli del calcolo delle pensioni

La Pensione Anticipata Flessibile viene prorogata fino al 31 dicembre 2025. Possono accedervi i lavoratori dipendenti e autonomi che maturano 62 anni di età e 41 anni di contributi entro la fine dell’anno. Il calcolo dell’assegno avviene interamente con il sistema contributivo, con un tetto massimo di 2.413,6 euro lordi al mese fino al raggiungimento dei 67 anni.

Dopo questa soglia, i pensionati percepiranno anche la quota eccedente il limite. Confermate le finestre mobili: 7 mesi di attesa per il settore privato e 9 mesi per quello pubblico. Incompatibilità con il lavoro: i pensionati di Quota 103 non possono cumulare redditi da lavoro, salvo il caso di attività autonome occasionali fino a 5.000 euro annui.

Opzione Donna: requisiti e restrizioni

Anche Opzione Donna viene prorogata, mantenendo però i criteri di accesso già in vigore. Il pensionamento anticipato è riservato a caregiver, lavoratrici invalide al 74% e dipendenti di aziende in crisi, a condizione di aver raggiunto 61 anni di età e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024. Previsto uno sconto fino a due anni per chi ha figli, con una riduzione di un anno per figlio fino a un massimo di due anni.

La decorrenza della pensione avviene con una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Il calcolo dell’assegno avviene con il sistema contributivo.

Le lavoratrici licenziate o dipendenti da aziende con un tavolo di crisi attivo possono accedere a Opzione Donna a 59 anni di età, senza ulteriori riduzioni per figli. La norma riguarda principalmente lavoratrici di grandi aziende (oltre 250 dipendenti) coinvolte in crisi aziendali monitorate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Ape Sociale e aumento dell’età pensionabile per enti locali e sanità

L’Ape Sociale viene estesa fino al 31 dicembre 2025. Restano invariati i requisiti: 63 anni e 5 mesi di età per le categorie fragili (disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori in mansioni gravose). L’assegno, fino a un massimo di 1.500 euro lordi mensili, non prevede tredicesima e non subisce adeguamenti all’inflazione fino alla pensione di vecchiaia a 67 anni. La domanda di verifica delle condizioni va presentata entro il 31 marzo, il 15 luglio e il 30 novembre 2025.

Dal 2025, i dipendenti di enti locali e sanità dovranno restare in servizio fino ai 67 anni per evitare penalizzazioni sulle aliquote di rendimento relative ai contributi maturati fino al 31 dicembre 1995. Viene abrogata la possibilità di pensionamento d’ufficio a 65 anni, costringendo chi vuole lasciare il lavoro prima di questa età ad accettare una riduzione dell’assegno.

Agevolazioni per le madri e aumenti delle pensioni

Novità importanti anche per le lavoratrici madri. Chi accede alla pensione con il sistema contributivo può ottenere uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi per chi ha quattro o più figli. In alternativa, si può richiedere un aumento del coefficiente di trasformazione: +1 anno per chi ha 1 o 2 figli, +2 anni per chi ne ha 3 o più.

Infine, sono previsti aumenti straordinari per le pensioni più basse. Dal 2025, gli assegni fino a 603,4 euro aumenteranno del 2,2%, mentre nel 2026 l’incremento sarà dell’1,3%. Previsto anche un aumento della maggiorazione sociale di 8 euro al mese per il solo 2025. L’INPS riconoscerà questi incrementi automaticamente, senza necessità di richiesta da parte dei pensionati.

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