Tuttavia, la Lega è ora il terzo partito della coalizione e il quinto in Italia, tallonato da Alleanza Verdi e Sinistra. Di conseguenza, il suo campo d’azione si riduce notevolmente.
Il Cnel, presenterà entro luglio un documento preliminare, seguito da una proposta di legge per la revisione del sistema previdenziale. Tra le ipotesi c’è il ritorno allo schema della legge Dini, che prevede una flessibilità in uscita tra i 64 e i 72 anni, eliminando il sistema delle Quote sostenuto da Salvini.
L’età per la pensione di vecchiaia salirebbe a 67 anni con 25 anni di contributi o un importo di pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Attualmente, il sistema prevede 67 anni e 20 anni di contributi. La riforma Cnel introduce 9 scaglioni d’età per la pensione: più tardi si lascia il lavoro, maggiore è l’assegno.
Prima di pubblicare il dossier previsto per luglio, il Cnel deve definire quattro documenti sulle casse dei liberi professionisti, previdenza complementare, previdenza obbligatoria e contribuzione.
Secondo il Documento di economia e finanza, la spesa previdenziale in Italia supererà i 337 miliardi di euro entro la fine del 2024, con un aumento del 5,8% rispetto al 2023. Nei prossimi tre anni, fino al 2027, si prevede un tasso di crescita medio annuo del 2,9%.
Pertanto, il governo Meloni affronta una strada in salita sul fronte previdenziale.