“Così, i giovani – continua la nota – vengono formati per diventare automaticamente dipendenti delle aziende, spesso locali, senza considerare le dinamiche di un mondo del lavoro in rapido cambiamento. Dovremmo invece formare i nostri ragazzi per affrontare la complessità di una realtà in cui la padronanza delle nuove tecnologie sarà cruciale per il loro futuro.
Nel disegno di legge sulla filiera tecnica e professionale, si fa riferimento a ‘formare gli studenti per le aziende’ e si prevede la partecipazione dei manager aziendali alla definizione dei programmi scolastici.
Conclude Anna Laura Orrico e Pasquale Tridico : questa è una riforma che riteniamo disastrosa perché sottomette la scuola pubblica all’influenza, anche economica, del settore privato, creando unicamente dipendenti per le aziende private e rischiando di settorializzare le conoscenze, rendendole meno versatili e trasferibili”.