Nella regione Lazio il caso più eclatante: le aule che mancano sono in tutto 9mila e abbracciano molti comuni dell’intero territorio regionale. Il Governatore della Puglia Michele Emiliano nutre persino molti dubbi sulla riapertura di giorno 24 settembre. Emiliano è molto preoccupato, tanto da chiedere ai consiglieri regionali di effettuare loro stessi un monitoraggio approfondito e puntuale sulla situazione emergenziale all’interno delle scuole di tutta la regione.
Oltre al problema degli spazi e delle mascherine si è aggiunto in queste ore quello dei mezzi di trasporto. Nelle Marche a tal proposito un avviso campeggia sulle bacheche di molte scuole: “Su richiesta della Regione e delle Aziende di trasporto le scuole devono ridurre la presenza a scuola dei propri studenti. Di conseguenza una parte degli studenti deve restare a casa ed effettuare la ‘Didattica Digitale Integrata’ (ex Didattica a Distanza)”. Una situazione imbarazzante oltre che paradossale, se si pensa a tutto il tempo che il governo e il Ministero hanno avuto per predisporre tutto quello che le scuole necessitavano per un vero rientro, annunciato solo sulla carta, da slogan e da interviste roboanti da parte della Azzolina.
Se pensiamo per esempio che molte istituzioni scolastiche della Regione Lazio chiedono alle famiglie di munire i loro figli di almeno 2 mascherine al giorno (per gli spostamenti a scuola e per indossarle anche sul proprio banco in caso di mancanza di distanziamento) si capisce bene come il messaggio del Commissario Arcuri a proposito degli 11 milioni di mascherina gratuite perde la sua validità, e soprattutto diventa assolutamente poco credibile per tutta l’opinione pubblica del Paese.
La scollatura tra la realtà delle cose e l’informazione istituzionale è palese oltre che evidente dopo la denuncia di questi giorni da parte dell’associazione dei Presidi: “Le mascherine basteranno solo per qualche giorno”. Non solo, nonostante le direttive scritte nero su bianco all’interno dei Protocolli di sicurezza a proposito della misurazione della febbre degli studenti a casa, i Dirigenti scolastici e molti Governatori di regione (Lombardia e Campania) stanno chiedendo i fondi necessari per l’acquisto dei termometri finalizzati alla misurazione della febbre degli alunni prima del loro ingresso a scuola, “esattamente come si fa in ogni altro luogo”.